giovedì 27 luglio 2023

AL PICCOLO GEDHUN PERSO NELLA NOTTE

 

Gedhun Choekyi è uno dei tanti, anzi troppi, simboli dell'infanzia negata. Nato in Tibet, a soli sei anni fu riconosciuto come Panchen Lama, seconda carica religiosa tibetana, e qui subì la prima violenza, perché un bambino dovrebbe pensare a giocare e crescere e non dovrebbe essere esposto al lavaggio del cervello di un monastero ("...sei anni avevi e ti rubarono il nome, / Panchen ti chiamarono, / e ti diedero un vestito / così pesante da schiacciarti a terra"). Per il piccolo Gedhun la tragedia era però solo cominciata, fu infatti travolto da crudeli giochi di potere quando nel 1995, a seguito della sua proclamazione ufficiale dal Dalai Lama, fu rapito dai cinesi e sostituito con un Panchen Lama a loro gradito; da allora di lui non si sa più nulla ("In quella notte di terra e di sassi / quel vestito si colorò di rosso / come il sangue che attira lo squalo / e venne il mostro a forma di drago / a inghiottirti e portarti lontano").
La poesia si conclude con le domande che nascono davanti alla notizia del rapimento di un bambino qualunque:
Chissà se piange il piccolo Gedhun
perso nell'oscura notte cinese...

Chissà se dorme il piccolo Gedhun
avvolto nell'oscura notte cinese,
se il suo respiro è alfine chetato
e la sua pelle morbida e fredda.

Quella di Gedhun è una storia poco nota dalle nostre parti, ma merita di essere raccontata perché racchiude la tragedia dei bambini privati dell'infanzia e della vita, inoltre ci permette di conoscere il dramma del Tibet e la crudeltà dell'imperialismo cinese.


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Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

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