Yemen è una poesia contenuta nella mia raccolta Inferno, nella sezione dedicata all'Inferno dei popoli.
Con questo componimento ho voluto ricordare il piccolo stato (il più povero della penisola arabica) devastato sin dal 2014 da una sanguinosa guerra civile; come la maggior parte dei conflitti locali, dapprima è cominciato come scontro interno tra due fazioni, presto però si è allargato a causa dell'intervento della comunità internazionale. Sono ormai otto anni che lo Yemen viene costantemente bombardato dall'Arabia Saudita, che ufficialmente è intervenuta accusando l'Iran di finanziare e rifornire di armi la fazione sciita. Sebbene sia un conflitto di cui si parla poco, ha prodotto negli ultimi otto anni circa 20.000 vittime civili e più 4,5 milioni di sfollati, tra cui 2 milioni di bambini (fonte: Save the Children).
Del sangue yemenita sono sporche anche le mani occidentali, visto che l'Arabia Saudita ha ottenuto il pieno appoggio della comunità internazionale e può contare per i suoi massacri di civili su armi statunitensi e britanniche.
In questo tragico scenario, la vita di uno yemenita non può che essere un lungo pianto:
"Piange il neonato che apre la vita
e piange il bambino scheletrico che la chiude;
piange la donna che dona la vita
e piange il cielo lacrime di bombe che la tolgono."
In questo interminabile massacro, resta difficile immaginare nel cuore dello yemenita un sentimento diverso dalla rassegnazione, per questo la poesia si conclude con le strofe
"Non datemi più ordini,
voglio morire tranquillo."
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Grazie e buona lettura.
Francesco Abate
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