Racconti di Pietroburgo è una raccolta di racconti dello scrittore russo Nikolaj Gogol' pubblicata dopo la sua morte, precisamente nel 1842.
Al centro dei cinque racconti che compongono l'opera c'è la città di Pietroburgo, un gigantesco mosaico di esistenze che vivono e si muovono a stretto contatto, pur essendo ognuna sola a modo proprio. La Pietroburgo di Gogol' è infatti lo specchio di una società super burocraticizzata e bloccata, dove ogni esistenza si svolge entro rigide regole sociali e dove ognuna è consumata dall'invidia del superiore, la figura arrogante le cui pecche sono ben manifeste e di cui pare quindi giusto sognare di prendere il posto.
Tutti i borghesi dei Racconti di Pietroburgo sono persone mediocri, persi tutti nel sogno di essere nobili ma in fondo consapevoli di essere dei numeri in una struttura bloccata e disumana. Ciascuno dei protagonisti a un certo punto vive un evento straordinario, in genere un avvenimento che sembra sul punto di farlo salire di livello nella scala sociale, poi però finisce per cadere rovinosamente e ritrovarsi peggio di prima.
La vera protagonista dei racconti è perciò la società russa, piena di ipocrisia, in cui senza vergogna si manifestano di continuo l'arroganza delle classi più alte e il servilismo dei funzionari più semplici; un mondo di persone mediocri che vivono della carica che ricoprono, in essa si identificano nel bene e nel male, e come unica aspirazione hanno la crescita sociale, una crescita che non vuol dire miglioramento ma solo possibilità di essere prepotenti con quelli che un tempo erano pari o superiori.
Racconti di Pietroburgo è la fotografia impietosa di una società impantanata nella propria inutilità e nella propria miseria morale, che non è capace di crescere, i cui membri sono tutti proiettati in una scalata sociale che il più delle volte si rivela impossibile. Gogol' con sguardo severo e indagatore scava nelle vite di uomini qualunque, mostrando come vadano sprecate dietro mediocri sogni di rivincita, come anche i pochi sprazzi di genialità vadano buttati al vento nella corsa ad una vita più lussuosa. Si tratta di un libro che vale la pena di leggere perché ci mostra un mondo che in fin dei conti non è tanto diverso dal nostro, in fondo anche noi oggi siamo soli pur essendo sempre immersi tra la gente e sprechiamo la vita inseguendo il benessere economico; come sempre, la grande letteratura vola al di sopra delle epoche.
Francesco Abate
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