domenica 10 dicembre 2023

ZOHRA E I PAPPAGALLINI

 

Li vedevi chiusi nella gabbia
come te, schiava nella casa
in cui eri stata gettata da false promesse.
Questo è l'incipit di Zohra e i pappagallini, una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
A ispirare questo componimento è stata l'uccisione in Pakistan della piccola Zohra Shah, bambina di 8 anni tenuta come schiava domestica da una coppia benestante che l'aveva sottratta alla famiglia d'origine con la promessa di un'istruzione in cambio del lavoro domestico. La coppia non ha mai fatto frequentare la scuola alla piccola Zohra, l'ha ridotta in schiavitù e sottoposta a violenze fisiche e sessuali, finché un giorno la piccola ha commesso l'errore di far fuggire due pappagallini dalla gabbia in cui erano rinchiusi. La coppia, che con l'inganno le aveva rubato libertà e dignità, decise di rubarle anche la vita.
La condizione di prigionia di Zohra non era così diversa da quella dei pappagallini, perciò mi è piaciuto immaginare che lei, immedesimandosi col loro dolore, li abbia lasciati fuggire di proposito ("Li vedevi chiusi nella gabbia, / piccoli pappagalli colorati / e indifesi come te, piccolo angioletto").
La storia di Zohra è una delle tante di schiavitù e violenza, storie che non vorremmo mai sentire ma che sono ovunque, spesso neanche troppo lontane dalle nostre comode case. Storie di innocenti derubati della propria innocenza e poi uccisi senza pietà:
Ridesti vedendoli alzarsi nel cielo
e dopo ti alzasti nel cielo anche tu
sospinta da calci, da schiaffi e da sputi.


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Francesco Abate

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