martedì 9 febbraio 2016

FILOSOFIA: L'UOMO A UNA DIMENSIONE DI HERBERT MARCUSE

Herbert Marcuse fu uno dei principali esponenti della Scuola di Francoforte. L'opera che lo rese famoso fu "L'uomo a una dimensione", pubblicata nel 1964.

Per Marcuse l'uomo a una dimensione è l'uomo che vive in una società a una dimensione, una società senza opposizione che ha paralizzato la critica attraverso un controllo totale. Nella società tecnologica avanzata l'apparato produttivo diventa totalitario, cioè non determina soltanto le occupazioni e gli atteggiamenti socialmente richiesti, ma anche i bisogni e le aspirazioni individuali. Attraverso la fatica e il lavoro essa manipola i bisogni e domina tutte le sfere dell'esistenza privata e pubblica, integra ogni opposizione e assorbe in sé ogni alternativa. La mente e il corpo dell'uomo sono tenuti in uno stato di mobilitazione permanente per la difesa di questo universo politico.

Marcuse pensava che il progresso tecnologico avesse generato le premesse per la liberazione della società dall'obbligo del lavoro, per la nascita del regno del libero gioco delle facoltà individuali che, liberamente espresse, avrebbero dato nuove forme alla scoperta del mondo. Il potere, conscio delle potenzialità create dalla tecnologia e della possibilità che il sistema crollasse, ha creato uno stato di necessità che rendesse possibile il mantenimento dello status quo.

La lotta per mutare questo universo deve seguire strade nuove, non va bene per Marcuse quella che seguì Marx. I mezzi tradizionali di protesta sono resi inefficaci dalle tendenze totalitarie della società unidimensionale. Per Marcuse la speranza è riposta nei reietti e negli stranieri, negli sfruttati e nei perseguitati, nei disabili e nei disoccupati. Essi sono al di fuori del processo democratico e sono la dimostrazione lampante della necessità che sia posta fine a condizioni intollerabili. La loro opposizione non è sviata dal sistema perché lo colpisce dal di fuori, è una forza elementare che viola le regole del gioco e mostra che il gioco stesso è truccato. Quando questi reietti scendono in piazza a protestare, a reclamare per i propri diritti, rifiutano di prendere parte al gioco è questo può essere l'inizio della fine di un periodo. Essi danno la vita per il Grande Rifiuto.

Francesco Abate


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