Adam Arthourus Martinakis è nato a Luban, in Polonia, nel 1972 da madre polacca e padre greco. Nel 1982 si è trasferito ad Atene, dove ha compiuto i suoi studi artistici. Grande conoscitore dei programmi di modellazione 3D, è oggi un artista molto stimato che lavora tra Polonia, Grecia e Regno Unito.
Sul proprio sito internet, Martinakis dichiara che l'arte è connessione tra lo spirito e il materiale, tra il personale e l'universale. Questa sua concezione dell'arte è pienamente rispecchiata nelle sue opere, dove noi vediamo forme umanoidi, spesso disgregate, immerse in ambientazioni surreali.
Nell'arte di Martinakis i corpi esprimono tutto, attraverso essi possiamo leggere l'angoscia, il trasporto erotico, la solitudine o l'amore romantico. Le sue opere sono allo stesso tempo arte, filosofia e scienza, in esse infatti l'autore evidenzia sempre il rapporto tra la condizione umana e il mondo tecnologico (spesso rappresentato dalle ambientazioni).
Vista l'attualità del messaggio che Martinakis lancia, e visto anche il grande impatto emotivo che causano le sue opere, mi sono preso la libertà di analizzare quelle che più di tutte mi hanno colpito. Premetto che non sono un esperto d'arte, la mia parola perciò è quella di un profano e il mio intento è solo quello di destare nel lettore la voglia di approfondire. Tutte le opere di Martinakis sono comunque visibili sul suo sito internet personale: www.martinakis.com.
THE EROTIC VOID (2013)
In questo ritratto vediamo due persone intente a fare l'amore. I corpi sono in realtà parzialmente disgregati e le loro crepe ci permettono di vedere che all'interno sono vuoti. Essi inoltre sembrano affondare, eppure sotto di loro non è rappresentata né acqua né terra, perciò sembra che stiano affondando nel vuoto. Stanno svanendo nel nulla mentre sono impegnati nell'atto amoroso, cosa che si potrebbe interpretare in due modi:
1) immergersi nell'amore li estrania dal mondo, li fa fuggire dalla realtà;
2) il loro atto è un vuoto accoppiamento ed essi si stanno disintegrando in quell'assenza di sentimento.
La prima spiegazione è di sicuro più romantica, ma il titolo mi porta a propendere per la seconda ipotesi. Anche se, per avere la certezza, bisognerebbe chiedere all'autore.
THE INEVITABILITY OF TIME (2013)
Quest'opera riprende la Pietà di Michelangelo. Vediamo una figura femminile in ginocchio che tiene tra le braccia una figura maschile. La figura distesa è disgregata, quella femminile invece è macchiata.
La figura femminile solleva da terra quella maschile e tiene la testa rivolta verso l'alto, come se volesse mostrare a Dio la morte di suo figlio. Nonostante sia una donna, riesce a sollevare il corpo del morto senza alcuna difficoltà, come se dall'alto una forza invisibile la stesse aiutando. In effetti la bocca semichiusa della donna non evoca l'urlo scomposto della madre che ha visto il figlio morire, sembra più che stia dialogando con Dio, che stia pregando. Visto il richiamo (presente anche nel titolo, che per intero è "The Inevitability of Time/Pietà") è alle varie celebri raffigurazioni della Madonna che tiene Gesù morto tra le braccia, siamo autorizzati a pensare che la donna stia semplicemente mostrando a Dio che il suo volere è compito. Soffre in silenzio, ha accettato la volontà di Dio.
DE GRADATION (2015)
Mostra un uomo in posizione fetale, immerso con la schiena in acque increspate, che con i piedi tiene il mondo. Il suo corpo parzialmente immerso in acqua e la sua bocca spalancata suggeriscono che stia annegando e sia terrorizzato, ma il peso del mondo lo schiaccia in basso. Sullo sfondo una scalinata che porta a degli alberi. La possibilità di risalire c'è ed è lì a portata di mano, ma il peso del mondo impedisce ogni salvezza.
LIGHTBREAK_01 (2014)
Vediamo una figura umana dalle cosce in su. L'ambientazione è scura, tagliata da una fitta rete di fili bianchi che avvolgono la figura umana e la tendono quasi fino a spezzarla. Sullo sfondo c'è un piccolo Sole che non illumina nulla.
THE INSIDERS (2011)
La Terra è una palla di vetro dove le acque sono la superficie trasparente. Dentro questa palla di vetro vi è un gran numero di figure umane intrappolate dalle cui posizioni si intuisce che premano per uscire ed urlino.
L'opera probabilmente rappresenta l'essere umano intrappolato all'interno delle rigide strutture della società, di quello che oggi è il nostro mondo.
Francesco Abate
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