La notte appena passata sarà ricordata negli anni come quella del golpe fallito in Turchia. In nottata i militari turchi, guidati dall'ufficiale Muharrem Kose hanno tentato di rovesciare il presidente Erdogan e di prendere il potere con la forza.
Il tentativo è stato serio, i carri armati hanno sfilato per le strade, la tv turca è stata oscurata, è stata proclamata la legge marziale e il coprifuoco. La polizia si è opposta al tentativo dei militari, mentre il presidente Erdogan è fuggito in aereo.
I militari hanno dichiarato di voler prendere il potere per riportare la laicità e la democrazia nel paese. Erdogan ha lanciato un appello ai turchi attraverso lo smartphone e i social network (da lui censurati e osteggiati in tutti i modi) affinché si opponessero ai militari in difesa della democrazia. Nonostante il presidente non sia particolarmente amato, il suo appello ha avuto successo. Tanti sono scesi per le strade ed hanno portato l'azione di forza dei militari al fallimento. Ovviamente non tutto il popolo ha osteggiato il golpe, appena usciti fuori i carri armati non sono mancati i turchi scesi in piazza a sventolare bandiere ed applaudire, ma evidentemente l'azione dei pro-Erdogan è stata più incisiva.
Nonostante tutto sia avvenuto con grande rapidità, di sangue ne è stato versato tanto. Sono stati uccisi 104 golpisti, 41 poliziotti, 2 soldati e 47 civili.
Ora Erdogan è tornato al suo posto, dopo che per qualche ora il suo volo era sembrato al mondo intero una fuga grottesca in cerca di asilo all'estero, e si attende la sua reazione contro i golpisti, che non sarà tenera.
Un colpo di Stato militare è sempre un evento cruento che ovunque genera impressione e brutti ricordi, ma la Turchia è un paese in cui tale evento non è affatto raro. Basti pensare che solo nel Novecento se ne sono registrati quattro, contando solo quelli che hanno avuto successo nel rovesciare il leader in carica.
Nel gennaio del 1913, quando non c'era ancora la Turchia ma l'Impero Ottomano, i Giovani Turchi presero il potere con la forza, spazzando via l'Unione Liberale che era al governo.
Dell'Unione Liberale erano parte gli stessi Giovani Turchi. Essi in quegli anni godevano dei consensi della maggioranza della popolazione, ma alle elezioni pagarono la perdita della provincia di Libia (conquistata dall'Italia). Vinsero comunque le elezioni, ma per governare dovettero formare un governo di coalizione, formando appunto l'Unione Liberale.
La coalizione durò circa un anno, poi Ismail Enver (oggi noto come Enver Pasha) con un colpo di Stato annientò l'Unione Liberale e diede tutto il potere in mano ai Giovani Turchi. Nacque il governo detto dei "Tre Pasha" (Ismail Enver, Ahmed Jemal e Mehmed Talat).
Ismail Enver già negli anni precedenti aveva pesantemente condizionato la politica dell'impero. Nel 1908 con una rivoluzione impose al sultano Abdul-Hamid II la Costituzione.
Il governo dei Tre Pasha durò fino alla fine della Prima Guerra Mondiale, conflitto che l'impero perse e che ne causò la disgregazione. I tre Pasha furono esiliati e i Giovani Turchi al governo diedero le dimissioni in massa.
Un altro colpo di Stato, il primo della Turchia post-imperiale, avvenne il 27 maggio 1960.
Si trattò di un golpe promosso da 37 ufficiali di medio e basso rango, che agirono al di fuori della catena di comando dello Stato Maggiore e, sotto la guida di Alparslan Turkes e Cemal Madanoglu, rovesciarono il governo in carica.
I militari fecero arrestare il presidente Celal Bayar e il primo ministro Adnan Menderes. Entrambi furono condannati a morte, ma la sentenza fu eseguita solo per il primo ministro che venne impiccato. Il ministro degli Interni Namik Gedik si uccise mentre era detenuto all'Accademia militare turca.
Rovesciato il governo, i golpisti scelsero come guida per il paese il generale Cemal Gursel. Gursel non aveva avuto un ruolo attivo nel colpo di Stato, lo scelsero per la sua popolarità. Inizialmente gli conferirono contemporaneamente i poteri di presidente, primo ministro e ministro della Difesa. L'incarico di presidente lo mantenne fino al 1966, gli altri due per un periodo di circa un anno.
Sotto il governo di Gursel, la Turchia ebbe una nuova Costituzione e per la prima volta nel paese fu introdotta la Corte Costituzionale.
Il colpo di Stato del 1971 è noto agli storici come "colpo del memorandum". Non si trattò infatti di un'azione di forza da parte dei militari, semplicemente i capi delle Forze Armate, guidati dal generale Faruk Gurler, presentarono un memorandum al presidente Sunay in cui esigevano l'istallazione di un governo "forte e credibile".
Non vi fu bisogno della forza, il memorandum suscitò un terremoto politico e il primo ministro Suleyman Demirel diede le dimissioni il giorno stesso. Proprio per evitare la prova di forza, il governo attuò una serie di riforme, tra cui quella agraria.
L'ultimo colpo di Stato del Novecento in Turchia si ebbe nel settembre del 1980. Era stato però pianificato in gran segreto già l'anno prima, quando il generale Kenan Evren ordinò al generale Haydar Saltik di valutare la fattibilità di un colpo di Stato "costituzionale".
Rimasto nascosto nella scrivania di Evren, il piano saltò fuori nel settembre 1980 quando quest'ultimo prese il potere insieme ad un Consiglio di Sicurezza Nazionale. Evren tentò di normalizzare il paese cancellando i partiti allora presenti e promuovendo la nascita di nuovi soggetti politici, slegati da quelli che erano stati protagonisti in Turchia fino a quel momento. Fu anche varata una nuova Costituzione con cui si abolì il Senato e si rafforzarono i poteri del presidente. Il generale venne eletto presidente e rimase in carica per 7 anni.
La storia recente della Turchia è piena di colpi di Stato. In alcune occasioni i militari si sono proposti come i difensori della laicità e della stabilità del paese, intervenendo con forza contro governi a loro parere incapaci di governare. Nel 1960, 1971 e 1980 essi riuscirono in effetti a portare una normalizzazione in tempi relativamente brevi nel paese, anche se il fatto che si succedettero in così breve tempo indica che le loro soluzioni sono state inefficaci nel lungo termine. Nel 1913 invece instaurarono un governo autoritario e sanguinario, responsabile del genocidio degli armeni e indirettamente responsabile dello scoppio del primo conflitto mondiale.
Ovviamente le poche notizie contenute in questo post non bastano per dare un giudizio sulle esperienze golpiste, questo è un compito che spetta agli storici. Questo post ha il solo scopo di approfondire un po' un evento di storia contemporanea.
Francesco Abate
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