Fenice è una poesia che ho pubblicato qualche mese fa sul sito Spillwords.com.
Come il titolo suggerisce, la poesia parla della rinascita dopo una grave caduta, della famosa resurrezione dalle proprie ceneri. Ogni sconfitta, per quanto sia dolorosa, deve servirci per rinascere migliori di com'eravamo.
L'ispirazione mi venne dopo aver commentato il XXIV canto dell'Inferno di Dante (https://culturaincircolo.blogspot.com/2018/04/commento-al-canto-xxiv-della-divina.html), dove è appunto citato il mito della fenice.
"Foglie di nardo e amara mirra
sono il mio ultimo letto
quello in cui mi perderò"
Secondo la mitologia, la fenice si preparava un nido di nardo e mirra e lo esponeva al sole, il cui calore avrebbe incendiato le erbe e generato il fuoco in cui l'uccello si sarebbe immolato. La mirra si presta bene alla poesia, è infatti un'erba amara ed è l'amarezza di una delusione a distruggere l'animo umano, a farci bruciare come l'epico animale nella sua ultima ora. Il calore che dà la vita diventa il fuoco che uccide, ma da questa tremenda fine si può rinascere e tornare a nuova vita.
Potete leggere Fenice al link http://spillwords.com/fenice/.
Grazie e buona lettura.
Francesco Abate
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