domenica 18 novembre 2018

RECENSIONE DELLE "CANZONI DELL'INNOCENZA E CANZONI DELL'ESPERIENZA" DI WILLIAM BLAKE

Canzoni dell'Innocenza e Canzoni dell'Esperienza è un'opera dello scrittore e incisore William Blake. Pubblicate per la prima volta le sole Canzoni dell'Innocenza nel 1789, dal 1794 Blake pubblicò in un'unica opera entrambe le raccolte di poesie. Nonostante siano nate in due momenti diversi, seppur vicini nel tempo, è giusto che le due raccolte siano unite in una sola opera e considerate come unica, infatti il loro significato è perfettamente comprensibile solo operando tra loro una contrapposizione.
Una particolare attenzione merita il metodo con cui furono prodotte le opere. Ogni tavola fu stampata in rilievo con una lastra di metallo incisa usando dell'acido, poi fu colorata a mano. Questa modalità di stampa fu inventata dallo stesso Blake e usata per produrre poche copie poi vendute ad amici e collezionisti. A rendere famosa questa doppia raccolta di poesie hanno contribuito anche i disegni che accompagnano i componimenti, come quello che vedete nella figura sopra.

Canzoni dell'Innocenza e Canzoni dell'Esperienza non è un'opera di facile lettura. Come nello stile di Blake, le poesie sono molto ricche di simboli e significati nascosti. Nonostante all'apparenza i vari componimenti possano apparire semplici, se ne può cogliere il significato effettivo solo scavando oltre la superficie dei versi.

Come detto all'inizio, Canzoni dell'Innocenza e Canzoni dell'Esperienza possono liberare in pieno il loro potenziale solo venendo lette insieme. Sono due opere che convivono e si contrappongono, che stanno insieme in un perenne e acceso contrasto.
Nella prima parte, le Canzoni dell'Innocenza, ci troviamo subito immersi nel mondo pacifico dei bambini. La prima immagine che troviamo è quella di un flautista a cui un bambino celeste chiede di suonare una canzone sull'agnello, il simbolo della purezza. Nelle poesie seguenti troviamo pastorelli, bambini che giocano felici in mezzo al verde, madri amorevoli, ottimismo e purezza. Diverse poesie sono scritte proprio dal punto di vista di un bambino, tutte inoltre mostrano la visione fanciullesca e spensierata della vita.
Nelle Canzoni dell'Esperienza cambia tutto radicalmente. La natura è spesso oscura, a prevalere è il mondo ipocrita e corrotto degli adulti, c'è sofferenza e morte ovunque. I bambini non sono più protagonisti, ma spesso vittime, mentre l'innocenza è completamente soffocata dalle regole della società. 

La raccolta Canzoni dell'Innocenza e Canzoni dell'Esperienza getta la luce sulla contrapposizione che c'è tra il bambino, figlio della natura, e la società, che tale natura soffoca e sottomette. Tali differenze e tali contrasti diventano più evidenti attraverso l'analisi di alcune poesie che l'autore scrive proprio per rendere una il contrario dell'altra.
Un esempio lampante di quel che scrivo sopra l'abbiamo leggendo le poesie L'Agnello e La Tigre, contenute la prima nelle Canzoni dell'Innocenza e la seconda nelle Canzoni dell'Esperienza. L'Agnello sottolinea la mitezza del dolce e indifeso animaletto, il cui nome è lo stesso di Dio e la cui mansuetudine è quindi simbolo della bontà divina, oltretutto è tracciata nella poesia anche una similitudine tra l'onnipotente e il bambino, perché il primo venne al mondo nelle sembianze di un bimbo. Ne La Tigre è invece tutto diverso, domina la terribile figura del possente e violento animale, usato come metafora di un potere oscuro tanto vasto da non poter essere ostacolato neanche dalle forze del bene.
Un altro contrasto tra innocenza ed esperienza è visibile nelle due poesie Lo spazzacamino. Blake scrive versi dedicati alla figura dei bambini affamati e sfruttati per pulire i camini sia nelle Canzoni dell'Innocenza che nelle Canzoni dell'Esperienza. Essi sono un simbolo perfetto della degenerazione morale che distrugge l'innocenza. Nel primo caso il poeta ci racconta del piccolo Tom le cui paure sono lenite da un sogno di eterna beatitudine, nel secondo invece è illustrata la disperazione di un piccolo spazzacamino che riflette sulla crudeltà e l'ipocrisia di chi, come i suoi genitori, guadagna sulla sua miseria. Per cogliere la differenza tra i due componimenti, basta leggere come si chiudono. Il primo finisce con l'immagine della felicità di Tom e Blake che scrive "se tutti fanno il proprio dovere, non devono temer danno"; il secondo invece rievoca l'immagine dei genitori del piccolo spazzacamino che cantano le lodi a Dio in chiesa, con il bambino che finisce per chiedersi "chi può fare della nostra miseria un paradiso?". 

Tra le due raccolte di poesie c'è la differenza tra infanzia ed età adulta, tra purezza e ipocrisia, ma non solo. Una differenza degna di nota che appare molto evidente è quella tra religione e chiesa. Nelle Canzoni dell'Innocenza si parla spesso di Dio e di angeli, dell'agnello che è simbolo della natura umana di Dio, ma alla chiesa si accenna solo nella poesia Giovedì santo, in cui si vede una messa solenne con gli occhi puri di un bambino, con immagini che rievocano la natura, e la quale termina con un invito alla pietà nei confronti del più debole. Nelle Canzoni dell'Esperienza invece la chiesa compare più spesso ed è sempre vista come simbolo dell'ipocrisia, come ad esempio ne Lo spazzacamino e in Londra, oppure come catena che reprime gli individui uccidendone la gioia o negandogli il vero amore, come vediamo ne Il piccolo vagabondo e in Il giardino dell'amore. Ne Il piccolo vagabondo Blake auspica che nelle chiese venga servita la birra e acceso un fuoco così da rendere i fedeli più felici e far gioire Dio, sottintendendo così che una birreria accontenta il Signore più di quella che ha la pretesa di essere la Sua casa.

Quella di William Blake è una figura che da sempre è ammantata di fascino. Il suo spiritualismo e le sue poesie ricche di simboli hanno sempre eccitato la fantasia dei lettori in cerca di una scrittura alternativa, più distante da quella che si può trovare in buona parte delle opere letterarie dei diversi secoli. Blake dai suoi contemporanei non fu capito, solo i preraffaelliti iniziarono ad apprezzarlo, considerandolo un precursore del simbolismo.
Quello che è Blake possiamo capirlo solo leggendo le sue opere principali, Canzoni dell'Innocenza e Canzoni dell'Esperienza. Si tratta di un raffinato poeta capace con versi piacevoli da leggere per la loro musicalità di scuotere l'intera società dalle fondamenta. Il messaggio che Blake volle lanciare con le sue poesie è sin troppo chiaro, tutte le strutture costruite dalla società e tutti i dogmi su cui è fondata non fanno altro che alterare la nostra natura, prendendo la nostra purezza (i bambini che eravamo) e incatenandola, gettandola in un comignolo a insozzarsi con la fuliggine fino a essere tanto nera da apparire irriconoscibile. Blake ha preso l'umanità nella sua essenza più pura e l'ha mostrata all'uomo distrutto e deformato dalla società, mettendoci davanti all'evidente effetto venefico delle strutture sociali che tanto ci rassicurano. Solo tornando bambini, tornando alla natura e alla purezza delle cose, al vero amore, lasciando le chiese e tornando a Dio, potremo tornare a giocare felici su un grande prato verde.

Francesco Abate   

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