martedì 7 settembre 2021

CIRCE DI MADELINE MILLER

 

Circe è un romanzo pubblicato nel 2018 dalla popolare scrittrice americana Madeline Miller in cui viene rielaborato il mito greco della dea di cui racconta Omero nell'Odissea.

Figlia del dio Elios e della ninfa Perseide, Circe è molto diversa dalle sue sorelle ninfe: meno graziosa, ma anche molto meno altezzosa. Il suo primo atto di ribellione alla divinità si consuma quando va a portare conforto al titano Prometeo, che Zeus ha condannato alla tortura per aver portato il fuoco agli esseri umani.
Crescendo Circe è sempre meno inserita nel nucleo familiare; non ama particolarmente la madre e di rimando non è particolarmente amata. Col passare del tempo scopre di avere il dono di preparare i pharmaka, delle pozioni con le erbe capaci di trasformare chi le beve. Prova prima ad aiutare un umano poi, delusa dalla trasformazione di questo che, divenuto un dio, non la degna più delle sue attenzioni, si vendica dell'altezzosa ninfa Scilla e la trasforma in un mostro. Questo nuovo atto di ribellione la porterà in futuro a nutrire grandi sensi di colpa, visto che Scilla diventa una divoratrice di uomini.
Per via del suo uso dei pharmaka, Zeus la condanna all'esilio sull'isola di Eea.
Da qui leggiamo della sua vita sull'isola, di come affina le sue doti di maga e degli incontri con altri personaggi della mitologia, tra cui quello celebre con Odisseo e quello finale con Penelope e Telemaco.

Il romanzo è dominato della figura di Circe, mostrandocela però in una luce molto diversa rispetto all'originale mito greco. La Circe della Miller non è una dèa crudele che seduce gli uomini per trasformarli in porci, ma è sensibile e vicina agli uomini, costretta però a operare questa terribile magia per difendersi e vendicarsi: li trasforma quando provano a stuprarla.
La Circe moderna di cui leggiamo in questo romanzo non cambia solo nelle ragioni che la spingono a trasformare gli uomini in porci. Sin dalle prime pagine siamo al cospetto di una divinità in conflitto con sé stessa e col mondo vuoto delle divinità, una ninfa molto più vicina agli uomini che agli dèi. Quando Zeus punisce Prometeo per aver aiutato gli uomini, è l'unica a provare pietà per lui; in seguito, per tutta la sua vita, ha rapporti sentimentali esclusivamente con uomini (Dedalo, Odisseo, ecc.), mentre Hermes è l'unico dio a cui si concede e succede in una fase iniziale del suo esilio, quando ancora non ha compreso bene sé stessa. In Circe c'è nel corso della storia una maturazione del sentimento anti-divino, infatti all'inizio prova una repulsione ma li teme, alla fine invece non esita a sfidarli.
Dopo aver partorito il figlio Telegono, concepito con Odisseo, Circe vive anche le paure e gli sfinimenti della maternità come una donna qualunque.
Gli altri personaggi del romanzo non sono altrettanto degni di nota, ruota tutto intorno a Circe. Nel delinearli la Miller fa sempre lo stesso gioco: segue il mito ma lo rielabora in chiave moderna. Tutti sono visti con gli occhi di Circe, che è la voce narrante del romanzo, quindi tutto il mito che viene citato nel romanzo viene rivisto dal punto di vista umano e svelato nella sua ipocrisia. Ecco che l'eroe Giasone diventa un egoista che si approfitta dell'innamorata Medea, mentre Odisseo da eroe astuto diventa un falso (interpretazione già comune nel mito post-omerico, ma qui viene peggiorato).

Parlando di Circe, è opportuno fare una precisazione. Normalmente noi parliamo di lei come "maga", ma all'epoca dell'Odissea tale parola non esisteva. Omero la indica come una divinità, è infatti figlia di Elios, capace di preparare i pharmaka. Circe nel mito non è quindi una maga, ma una divinità minore dotata di un potere. 
Sbagliamo perciò quando parliamo della "maga Circe", giacché il termine "mago" nacque molto dopo il suo mito e con un significato molto diverso ("maghi" in origine erano i preti persiani).

Circe di Madeline Miller è un romanzo scorrevole e di facile lettura, che permette di avvicinarsi alla sempre affascinante mitologia greca pur non essendo ferrati in materia. Attraverso gli occhi della protagonista si rivivono i passi più importanti del mito greco: Prometeo, Giasone e Medea, la nascita del Minotauro, Dedalo e Icaro, Odisseo e il suo ritorno a Itaca.
Sebbene l'argomento sia interessante, la storia diventa un po' lenta e ripetitiva nella fase che va dall'inizio dell'esilio fino all'arrivo sull'isola di Odisseo, con l'unica piacevole eccezione del viaggio a Creta. 
Con questa storia l'autrice, oltre a umanizzare un personaggio divino, opera col chiaro intento di creare una nuova eroina femminista. Col personaggio principale riesce molto bene nell'intento, infatti Circe è coraggiosa, indipendente, empatica, intelligente e anche passionale; affronta con decisione chi prova a farle del male e preferisce stare da sola piuttosto che sottomettersi a una figura maschile. Dove la Miller poteva fare meglio era coi personaggi maschili, infatti nel romanzo sono praticamente tutti negativi (marinai stupratori, Odisseo falso e bugiardo, Giasone egoista e infame, Hermes traditore, eccetera) a eccezione di Telemaco e Dedalo. Il primo alla fine si rivela essere una figura piagnucolosa e un po' passiva che accetta di vivere nell'ombra di Circe, mentre il secondo è lodato soprattutto nella sua versione di padre amorevole; quindi emerge la visione che l'uomo buono sia l'amante mansueto o il buon padre. Non credo che fosse intenzione dell'autrice veicolare un messaggio del genere, ma nel rileggere il mito senza stravolgerlo ha finito per non spezzare la coppia stereotipata maschio forte-femmina devota, ma solo per capovolgerla.
Nonostante le criticità che ho osservato sopra, ritengo Circe una buona lettura per passare il tempo e conoscere meglio il mito greco. Forse è un po' esagerato il clamore mediatico che ha suscitato, ma ha la fortuna di toccare il tema del femminismo che oggi è molto attuale.

Francesco Abate 

2 commenti:

  1. Grazie del consiglio, non conosco il libro e lo metto con piacere nella lista delle letture.
    Baci.

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