Senilità è un romanzo pubblicato dallo scrittore italiano Italo Svevo nel 1898.
Nelle pagine di questo romanzo, l'autore torna ad analizzare l'inettitudine e l'incapacità di vivere, come aveva fatto sei anni prima col libro Una Vita. Entrambi i romanzi non ottennero un grande successo e Svevo dovette attendere il 1923, anno della pubblicazione de La Coscienza di Zeno, per essere apprezzato in tutta Europa (apprezzamento dovuto anche all'impegno di James Joyce, che fece conoscere l'opera nel continente).
Il protagonista è Emilio Brentani, un impiegato dall'esistenza monotona bloccata tra le mura della casa che divide con la sorella Amalia. Stanco della sua vita piatta, Emilio si getta in un'avventura amorosa con la bellissima Angiolina; la sua incapacità di capire persone e situazioni lo porta però a idealizzare l'amante, così si illude di poter costruire una relazione amorevole con una ragazza che invece si concede a tanti uomini e non mostra mai segni di vero amore per lui.
Mentre Emilio annaspa tra le aspettative e la realtà della sua vita amorosa, in casa lentamente si consuma l'esistenza della sorella Amalia, che ama l'artista amico del fratello, ma non riesce a fare altro che sognarlo di notte.
A dispetto di ciò che fa intendere il titolo, Senilità non parla di persone anziane. La vecchiaia a cui fa riferimento l'opera è propria dello spirito, è l'immobilismo, l'indecisione, l'incapacità di vivere in cui sono impantanati Emilio e Amalia. Il primo prova a uscire dallo stallo, ma si rivela totalmente incapace di capire le persone e le situazioni, si comporta sempre nel modo sbagliato e si consuma nei dubbi invece di godersi quello che ha. Amalia soffre ancora di più la sua situazione spirituale, ma è maggiormente bloccata dalla rigida morale borghese e non riesce a fare altro che rifugiarsi nel mondo dei sogni, finendo però distrutta da questo suo bisogno di evasione dalla realtà.
Il romanzo ci mostra anche un'immagine impietosa dell'artista decadente di fine Ottocento. Sia Emilio che l'amico Stefano Balli sono artisti, il primo scrittore e il secondo scultore, ed entrambi non hanno successo. Emilio il suo fallimento lo vive con rassegnazione, mentre Balli ne è convinto che sia dovuto alla sua eccessiva originalità e ne è orgoglioso.
I personaggi principali del romanzo sono: Emilio, Amalia, Stefano Balli e Angiolina. Il poeta Eugenio Montale nei personaggi scorse un perfetto quadrilatero, perché sono disposti tra loro in modo geometrico: due uomini tra loro contrapposti da un lato, dall'altro le donne anch'esse contrapposte.
Emilio è un mediocre borghese incapace di agire e di vivere. Soffre la sua condizione, prova a fuggirne cercando riparo nell'amore sensuale, ma la sua incapacità di comprendere la realtà lo porta a non comprendere la persona che si mette accanto né la relazione che si crea, finisce così per cercare amore romantico e materno in una ragazza infedele e rozza. Dentro di lui vive un perenne conflitto tra il modo in cui vede la realtà e ciò che essa è davvero; nei lampi di coscienza che ha, pianifica di agire in qualche modo, ma al momento di attuare i suoi piani finisce sempre travolto dagli eventi. Alla fine si rassegna a una vita passata nel grigiore e nella piattezza, costruendosi una memoria fasulla di Angiolina al cui corpo bello associa il carattere mite e amorevole della sorella Amalia. In pratica Emilio finisce per alzare bandiera bianca.
Stefano Balli è uno scultore amico di Emilio. A differenza dell'amico, ha successo con le donne, vive una soddisfacente mondanità e non è rassegnato all'insuccesso. Affronta la vita con positività e trasforma in azione la sua voglia di gioie, senza perdersi in riflessioni inutili come invece fa Emilio.
Amalia è la sorella di Emilio. Donna mite e amorevole, molto buona, è però brutta e vive chiusa in casa senza nessun vero contatto con l'esterno. Conduce un'esistenza piatta e vuota come il fratello, ma ha una mentalità più rigida e non riesce a imporsi una trasgressione. Si innamora di Stefano Balli, ma non osa manifestare in alcun modo la sua passione; si accontenta di sognarlo di notte, e nei sogni si concede a lui senza vergogna. Quando perde la possibilità di vedere Balli, ancora una volta non reagisce ma prova a scappare nell'oblio stordendosi con l'etere, ma questo abuso finisce per costarle la vita. Nei suoi deliri finali emergono la sua passione, il senso di sconfitta per non averla potuta vivere liberamente e anche la tristezza per una maternità mai diventata realtà. Il personaggio di Amalia è sicuramente il più tragico del romanzo.
Angiolina è l'amante di Emilio, una perfetta antitesi di Amalia: molto bella, per niente amorevole, estremamente libera sessualmente e spregiudicata. Ha relazioni con molti uomini (di tanti colleziona addirittura le foto), sempre persone di estrazione sociale più alta, come se cercasse la realizzazione attraverso la seduzione. Emilio nota come tenda a prendere modi di dire e di comportarsi dai vari amanti con cui intrattiene relazioni, comportamento che evidenzia un carattere debole.
Senilità è un romanzo che ci mostra un uomo impantanato nella propria incapacità di agire e di capire. Attraverso Emilio Brentani, Svevo ci conduce dentro un tipo di esistenza che oggi come allora è molto comune. Tanti vivono di sogni, progettano grandi imprese, poi per incapacità o per paura restano imprigionati nella propria fortezza, lasciandosi sfuggire la vita dalle mani. Per queste persone, che sono tante, la lettura di questo libro è fondamentale: Svevo giudica infatti con severità il protagonista, e attraverso sia lui che la sorella fa vedere le conseguenze nefaste a cui può condurre questo immobilismo. Amalia fugge vigliaccamente dalla realtà e resta uccisa, Emilio fa lo stesso e si imprigiona in una non-vita.
Molto interessante è anche la reazione al fallimento dei due protagonisti maschili; Emilio si rassegna e smette di provarci, Stefano invece si convince di essere lui nel giusto e continua sulla sua strada. Quale delle due reazioni sia giusta, se poi davvero una giusta c'è, spetta all'arbitrio di ognuno di noi, ma quella di Stefano almeno gli permette di godere della propria passione senza lasciarsi condizionare dalle critiche.
Il libro è scorrevole e si legge facilmente, anche se la relazione tra Emilio e Angiolina in alcuni momenti diventa irritante per via dell'incapacità dell'uomo di agire così come vorrebbe.
Francesco Abate
Io penso che in questo romanzo Svevo abbia riversato quelle che erano le sue paure per il futuro, anche se poi purtroppo lui non ha mai potuto vivere la terza età.
RispondiEliminaNe è una prova anche il romanzo incompiuto Il Veglione che doveva essere il sequel di Zeno.
Baci.
Più che le paure per il futuro, credo che ad angosciarlo e spingerlo alla scrittura fosse il terrore di non vivere il presente, così come accade al protagonista di questo romanzo.
EliminaBaci.
Forse canto fuori dal coro, ma la mia opera preferita di Svevo resta La coscienza di Zeno, che con Il fu Mattia Pascal di Pirandello crea una ritratto perfettamente tremendo dell'incapace uomo contemporaneo che non sa affrontare la vita e cerca rifugio in dimensioni surreali.
RispondiEliminaTi abbraccio.
Sono d'accordo su Mattia Pascal, non lo sono su Zeno. Questo però è il bello della letteratura, che è vista da ognuno in modo diverso, per questo non si possono avere gli stessi gusti.
EliminaUn abbraccio.
Complimenti per la recensione esauriente e puntuale che hai stilato sul libro che non ho ancora letto ma che mi hai fatto venire voglia di leggere.
RispondiEliminaTi ringrazio. E' un romanzo che vale la pena leggere, te lo consiglio.
EliminaSaluti.