mercoledì 21 settembre 2022

SIRIA

 

Padre caro che dici d'amarmi
perché i tuoi baci sanno di fuoco?
Con questi versi si apre Siria, la seconda poesia dedicata all'Inferno dei popoli.
La poesia vuole essere una riflessione sulla sanguinosa guerra civile che devasta il paese dal marzo 2011, quando parte della popolazione si ribellò al duro governo del presidente Bashar Assad. Quella che nacque come una delle numerose rivolte nate sulla scia della cosiddetta "primavera araba" si scontrò con la feroce resistenza del presidente e della parte di popolazione a lui fedele. Come spesso accade nei conflitti in quelle aree, subito la Siria divenne lo scacchiere su cui giocare una terribile partita tra Russia, Cina e Iran da una parte (alleati di Assad) e Stati Uniti dall'altra. Mentre le superpotenze facevano il loro gioco, i siriani si trovavano bloccati tra due fuochi e morivano ammazzati tanto dal Governo quanto dai ribelli.
Dal marzo del 2011 ad oggi, quindi da più di 11 anni, i siriani vivono in un paese raso al suolo e sotto l'incubo delle bombe.

Nella poesia ho voluto vedere il conflitto dal punto di vista di un cittadino. Assad, il presidente, si comporta coi cittadini come un padre-padrone, li percuote per piegarli alla propria volontà invece di lasciarli liberi, e questo figlio chiede al proprio padre perché quelli che dovrebbero essere gesti d'affetto si rivelano tanto dolorosi. Se ci pensate, un presidente è messo al potere per fare il bene dei cittadini, come un padre dovrebbe fare per i propri figli, invece Assad li bombarda e non ha esitato ad usare su di loro anche armi chimiche.
La vittima di tanta crudeltà si chiede: 
Padre caro che dici d'amarmi 
perché i tuoi gioielli sfondano i timpani? 
Oggi infatti i governi spendono tanto nelle armi, che diventano di conseguenza i loro gioielli.



Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie o sui collegamenti che trovate in questa pagina.
Se volete, potete anche seguirmi sui social alle seguenti pagine: FacebookTwitter.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

7 commenti:

  1. Un altro vero inferno. Sulla terra senza nemmeno dover aspettare di morire

    RispondiElimina
  2. La guerra in Siria, una delle tante tragedie su cui i governi mondiali chiudono gli occhi, com'è avvenuto per il massacro del Donbass. Salvo poi dare milioni di euro alla gente sbagliata.
    Baci.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Che vuoi farci, una guerra interessa ai politicanti solo se ci sono di mezzo i loro loschi affari :-(
      Francesco, complimenti ancora per la tua opera.
      Vi abbraccio.

      Elimina
    2. Grazie per i complimenti.
      Riguardo all'accostamento Siria/Ucraina, si tratta di un errore. Nel caso della Siria c'è stata una ribellione da parte dei cittadini soffocata nel sangue dal Governo in carica, il conflitto poi è stato inasprito dall'intervento delle potenze straniere; nel caso dell'Ucraina c'è stata invece una nazione ostile (la Russia) che a più riprese ha violato l'integrità territoriale di una attaccata (l'Ucraina), obbligando il mondo intero a prendere una posizione. Ricordate cosa si dice oggi delle potenze che non provarono a fermare Hitler quando invase Polonia e Cecoslovacchia.

      Un abbraccio.

      Elimina
    3. Va beh Francesco, ma la Russia che invade l'Ucraina è una favolina da PD e Letta. E gli otto anni di massacro da parte della milizia nazista Azov a danno dei cittadini russi del Donbass? Quella è una passeggiata su cui possiamo sputare sopra?
      E poi chi lo dice che dovevamo prendere una posizione in una questione territoriale che non ci riguarda? Il risultato è che siamo in guerra, alla faccia dell'articolo 11 della Costituzione, siamo in crisi e alla canna del gas.
      E poi Putin non è Hitler, possiamo per una volta non dare retta agli americani che pensano solo al loro bene e non a quello mondiale?

      Elimina
    4. La realtà è più complessa del dualismo buoni/cattivi. Mettendo pure che ci sia stato questo fantomatico massacro dei filorussi ad opera dei neonazisti della Azov, lo ritieni una ragione sufficiente per invadere una nazione? Anche l'Italia fascista perseguitò gli slavi nei territori contesi, stando al tuo ragionamento le foibe furono una reazione ragionevole, o almeno accettabile; e, sempre stando al tuo ragionamento, l'Italia avrebbe avuto il diritto di radere al suolo la Jugoslavia sempre per via delle foibe. Se davvero massacro di filorussi ci fu, la Russia avrebbe dovuto appellarsi all'ONU, visto che fa anche parte del Consiglio di Sicurezza.
      Per quanto riguarda il prendere posizione, la discussione può esserci sui modi ma non sull'opportunità. Non prendere posizione è da vigliacchi o da incoscienti, in questo caso specifico da entrambi. Non citiamo poi a vanvera l'articolo 11, non siamo in guerra, benché stiamo sfruttando la situazione per fare affari. Ma poniamo il caso che si faccia come dici tu, pensi davvero che Putin, che già ha schiacciato la Cecenia e la Georgia, e già si è annesso unilateralmente la Crimea, si fermerebbe all'Ucraina se gli lasciassimo campo libero.
      L'analogia Putin/Hitler è perfetta, e non serve arrivare alla guerra in Ucraina per capirlo. Putin perseguita gli oppositori politici e ha azzerato l'opposizione, ha creato un gruppo di potere intoccabile e fa ampio uso dei servizi segreti, inoltre perseguita in modo disumano le minoranze (tu che scrivi romanzi LGBT, leggi un po' cosa succede agli omosessuali in Russia, ma va bene anche leggere dei ceceni, dei georgiani o di qualunque minoranza).
      La pace non si coltiva rinunciando allo scontro anche quando qualcuno ti massacra. Un folle come Putin non va lasciato libero di agire e l'errore fatto nei suoi confronti non è adesso, ma è stato fino a quando abbiamo continuato a fare affari con lui, permettendogli di diventare così potente. Abbiamo le mani sporche del sangue dei russi e degli ucraini per ogni litro di gas comprato da lui, non per la guerra in Ucraina.

      Elimina

La discussione è crescita. Se ti va, puoi lasciare un commento al post. Grazie.