In una raccolta di poesie che narra l'Inferno, non poteva mancare una poesia dedicata al genocidio degli ebrei. Nella mia poesia Bullenhuser Damm (Ebrei) ho voluto ricordare uno degli eccidi che mi ha colpito di più, quello dei venti bambini dell'omonima scuola situata nei pressi di Amburgo. Furono uccisi senza pietà quarantotto persone precedentemente usate come cavie umane, tra cui venti bambini ebrei (c'erano anche ventiquattro soldati russi e quattro sanitari internati). La storia dei venti bambini, già triste di per sé, diventa particolarmente straziante se si ricorda il pretesto con cui furono scelti per il trasferimento nella scuola di Bullenhuser Damm: <<Chi vuole vedere la mamma faccia un passo avanti>> gli fu chiesto.
Un regime sanguinario ormai agli sgoccioli, già colpevole di indicibili crimini contro l'umanità, decise di aggiungere un'ulteriore infamia alla sua sterminata collezione quando, con i nemici ormai vicini alla zona della scuola, decise di uccidere le cavie ormai inutilizzabili. Gli adulti furono strangolati, i bambini uccisi con un'iniezione di morfina e poi appesi per il collo (Venti rose appesero ai ganci).
Dove avvenne quell'abominevole strage oggi sorge una lapide circondata da un giardino di rose bianche.
In occasione del giorno della memoria, che è sempre più importante visti i rigurgiti nazifascisti e antisemiti che si manifestano in tutto il mondo, voglio lasciare questa poesia a ricordo della disumanità di cui è stato capace l'uomo. Coltiviamo la memoria, la storia ha il brutto vizio di ripetersi.
BULLENHUSER DAMM (EBREI)
Venti boccioli appesero ai ganci
dove venti rose colorano la scuola.
Dov’era la mamma?
Mi mancava la mamma.
Venne il dottore e mi disse
“Fai un passo avanti
se ti manca la mamma”.
Il passo lo feci e il dottore sorrise
e venti boccioli appesero ai ganci
dove venti rose colorano la scuola.
Cercavo la mamma.
Non trovavo la mamma.
Il dottore mi faceva paura
e la mamma mi mancava ancora
anche se il passo l’avevo fatto.
Il dottore rideva e mi faceva male
e venti boccioli appesero ai ganci
dove venti rose colorano la scuola.
Avevano paura,
arrivavano i russi!
Il dottore non rideva più
e tutti tremavano dentro la scuola
ma la mamma mia non c’era.
Il dottore ci fece la puntura per dormire
e venti boccioli appesero ai ganci
dove venti rose colorano la scuola.
Francesco Abate
Ti consiglio di vedere Ausmerzen, di Marco Paolini, un racconto agghiacciante su quello che i nazisti hanno fatto a bambini, ragazzi e tante persone disabili.
RispondiEliminaTi abbraccio.
Grazie del consiglio, lo vedrò sicuramente perché l'argomento, per quanto terribile, va conosciuto a fondo.
EliminaUn abbraccio.