martedì 14 novembre 2023

IL CAVALIERE DELL'EST

 

Il cavaliere dell'est è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
In questa poesia parlo delle nobili gesta di un vero cavaliere; non della leggenda di un personaggio inventato e nemmeno delle storie su un uomo ricco che ha comprato il rispetto, ma la storia vera di un uomo semplice che ha sacrificato la propria vita per aiutare il prossimo ("Non la spada affilata avevi dell'eroe / e non un bianco destriero cavalcavi, / ma la Natura è una maga crudele / e ti maledisse col più perfido dei doni: / la forza di non chiudere gli occhi").
La poesia è ispirata alla storia di Adnan Siddique, un uomo che dal Pakistan era emigrato in Italia e, come ho scritto nei versi citati sopra, aveva il peggiore dei doni: la forza di non far finta di niente davanti alle ingiustizie. Adnan tentò di aiutare alcuni suoi connazionali costretti a fare i braccianti a cui i caporali rubavano la metà dello stipendio, addirittura convinse uno di loro a sporgere denuncia ("Guardasti negli occhi il demone / che seviziava i tuoi fratelli dell'est..."). La storia di Adnan, come buona parte delle storie vere che riguardano gli eroi, non ha un lieto fine: fu aggredito in casa e ucciso a coltellate ("Non so quante volte il coltello / stracciò la sua morbida carne / e non contai quante gocce di sangue / sporcarono la strada in cui il mostro / attaccò alle spalle il nostro eroe").
Come purtroppo accade spesso alle tristi storie dei migranti, la vicenda di Adnan ebbe una forte eco mediatica all'inizio, scatenando le chiacchiere dei politici che per i propri sporchi fini alimentano il sistema che l'ha ucciso, per poi finire subito dopo sommersa dal silenzio complice nostro e della nostra classe dirigente:
Adnan è morto. L'eroe è caduto.
Tacciono le sue parole di fuoco
e lasciano il posto all'aria vuota
sputata dai polmoni pigri e vili
di codardi che indossano la cravatta.

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Francesco Abate

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