Memorie del sottosuolo è un romanzo breve pubblicato a puntate dallo scrittore russo Fedor Dostoevskij nel 1864.
L'opera è la prima in cui l'autore presenta uno studio dell'abiezione umana ed è per questo considerata antesignana dei suoi più grandi capolavori come Delitto e castigo e I fratelli Karamazov.
Il romanzo altro non è che una raccolta delle memorie del protagonista e si divide in due parti: ne Il sottosuolo chi scrive rende partecipe il lettore delle proprie teorie sul sottosuolo e sull'animo umano, poi ne A proposito della neve bagnata ci descrive la sua storia di abiezione e di scelta del dolore.
Il protagonista di questa storia è infatti una sorta di autolesionista, un uomo che esercita la propria volontà facendosi del male, assumendo una serie di comportamenti utili solo ad acuire il proprio disagio spirituale. A scrivere è un uomo che si sente respinto dalla società, inferiore a tutti, e che con ogni sua azione non fa che scivolare sempre più in basso, rannicchiandosi come un animale nel proprio sottosuolo. Alla fine prova a cercare consolazione nell'abiezione massima; comincia a tormentare una persona che sente inferiore a lui, una giovane prostituta alle prime armi, ma anche questo comportamento disgustoso finisce solo per farlo stare peggio.
Memorie del sottosuolo è di certo influenzato dall'esistenza molto tribolata del suo autore. Nel 1849 Dostoevskij fu condannato a morte perché parte di un gruppo socialista ispirato dalle idee del filosofo Fourier, la pena gli fu poi commutata sul patibolo e fu costretto al confinio in Siberia. Prigioniero, morì nello scrittore l'idea dell'uomo che, in condizioni ideali, riesce ad autodeterminarsi per perseguire il bene, e nacque invece l'ossessione per il sottosuolo, cioè per lo stato dell'animo umano che rinnega gli alti ideali e si rannicchia nella miseria morale. Memorie del sottosuolo in fondo è questo, una lezione in cui l'autore, citando l'esempio del protagonista dell'opera, spiega come esercitando la propria libera volontà l'uomo possa scegliere il proprio male, come quindi ci sia una differenza abissale tra gli alti ideali della società del tempo e la vita reale, come gli uomini eroici plasmati dai letterati e dai filosofi non esistano perché "...tutti zoppichiamo, chi più e chi meno".
Per quanto mi riguarda, Memorie del sottosuolo non è l'opera migliore di Dostoevskij, o almeno è quella che appassiona meno e che si fa leggere meno volentieri. Credo sia però importante approcciare a questo romanzo per capire a fondo la poetica dello scrittore russo, in fondo le sue grandi opere immortali sono figlie di questo romanzo breve.
Francesco Abate
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