mercoledì 7 agosto 2024

IL FURTO DELLA FELICITA'

Per parlarvi de Il furto della felicità, poesia contenuta nella raccolta Inferno, ho scelto di non postare alcuna immagine, così come non vi dirò a chi di preciso si riferisce la poesia. Faccio così perché Michele (il nome ve lo posso dire perché lo trovate citato nella poesia) era un uomo qualunque incastrato in una vita qualunque. 
Michele si uccise a trent'anni, lasciando una lettera che fu pubblicata su diversi giornali. Quello che più mi colpì della sua vicenda fu l'assoluta specularità con le vite di milioni di persone, compresa la mia di allora. Uomo intrappolato in un lavoro precario, senza la possibilità di provare almeno a sognare un futuro, quindi senza prospettive, sentiva la propria esistenza come un lento trascinarsi e per questo decise di uccidersi.
Michele fu schiacciato dalla vita, sarebbe ingiusto dire che ad ucciderlo fu la sua fragilità o chissà quale altro problema psicologico: Michele fu spezzato dalla società disumana creata dall'attuale sistema politico-economico. Legalmente Michele si uccise, ma in realtà è stato ucciso da chi ha voluto questo stato di cose.
Chi scrive le regole del nostro mondo ha trasformato le nostre esistenze in inferni; per molti la vita è una continua lotta per la sopravvivenza, un logorante combattimento dal quale non si può uscire davvero vincitori. Michele scelse di chiamarsi fuori da questo gioco e sarebbe ingiusto condannarlo: che senso ha vivere sapendo che la felicità è irraggiungibile?

Vi lascio il testo della poesia:
Vivesti trent'anni, vivesti male
cercando nel mondo
la felicità
che t'avevan rubato.
A ogni corsa sbattevi nel muro,
a ogni volo cadevi nel fango:
stanco di botte e lerciume,
sei sceso e non hai proseguito.
Non perdonarli, 
Michele:
non devi!
Essi non hanno rimorso
e stuprano
quella felicità che t'amava
e ti hanno rubato.
Non abbassasti gli occhi allora
e non devi abbassarli ora,
la tua non fu una fuga
ma un urlo di protesta.
Non perdonarli,
Michele:
non devi!


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Francesco Abate

2 commenti:

  1. Concordo pienamente: vengono derubricati come suicidio, ma sono omicidi belli e buoni. Non si può togliere il futuro a qualcuno e poi poi fare finta di nulla, fare finta che sia pure colpa sua.
    Complimenti per l'urlo sussurrato contro questa brutalità

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    Risposte
    1. Grazie. Non immagini quanto mi colpì questa vicenda quando la lessi sui giornali.
      Ogni giorno la nostra vita viene svalutata e rubata, perdiamo senza poter fiatare il bene più prezioso che abbiamo.

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