domenica 15 settembre 2024

DANZE D'AMORE E DUENDE DI GIANPAOLO G. MASTROPASQUA

 

Danze d'amore e duende è una raccolta di poesie scritte dal poeta italiano Gianpaolo G. Mastropasqua.
Non è facile spiegare con precisione cosa contiene quest'opera, che si presenta carica di significati mistici sin dalla sua struttura. Divisa in sette sezioni da sette poesie ciascuna, ogni sezione è introdotta da sette notazioni, ciascuna delle quali riporta: il nome di un arcangelo, una vocale gnostica, il nome di un pianeta a cui corrisponde un giorno della settimana, una chiave musicale, un grado della scala musicale, una nota musicale, un metallo alchemico, una delle sette lettere alchemiche (lettere che formano la parola Vitriol) ed infine il nome di un chackra. Il richiamo a Vitriol, acronimo della frase "Visita Interiora Terra Rectificando Invenies Occultum Lapidem" ("visita l'interno della Terra e rettificando ritrova la pietra occulta"), chiarisce subito che siamo in presenza di un'opera che non ha per oggetto il semplice amore in qualche sua manifestazione, bensì una forma più alta dello spirito raggiungibile attraverso una comprensione possibile solo con l'amore.
Con un linguaggio ricco di simboli, alto e semanticamente ricco, Mastropasqua non ci indica una via per la conoscenza, ma ci mostra uno stato dell'anima che si può raggiungere solo attraverso una totale penetrazione nel superiore oggetto dell'amore, l'oltrefemmina. L'anima che raggiunge questa condizione superiore entra in risonanza con le altre, diventando inoltre padrona di una lingua "rapida come le nuvole, profonda come un oceano, danzante come una danza", quella lingua che appunto il poeta mette nelle sue poesie.
Come tutte le opere del suo genere, Danze d'amore e duende non si presta ad una lettura superficiale. Le poesie sono come i dolci finemente speziati, vanno assaporate più e più volte, lentamente, e assimilate fino a farle proprie. Chi avrà la volontà e la capacità di approcciarsi al libro con la giusta voglia di capirlo e di entrare in risonanza con l'anima dell'autore sarà proiettato in un lungo viaggio dentro un inquieto fluido infinito.

Francesco Abate 

martedì 10 settembre 2024

PUBBLICATA LA POESIA "GLI ALBERI DI GAZA"

 

Sono felice di annunciarvi la pubblicazione della mia ultima poesia su Spillwords.com.
La poesia si intitola Gli alberi di Gaza e tratta del genocidio dei palestinesi che Israele sta perpetrando, aiutato dal silenzio complice dell'Occidente.
Dei fatti c'è ben poco da dire, vi lascio i miei stati d'animo nella poesia.

Vi ricordo che potete trovare i link a tutte le poesie che ho pubblicato in rete accedendo a questo link.

Grazie e buona lettura.

Francesco Abate

sabato 7 settembre 2024

CINA

 

Cina è una poesia contenuta nella raccolta Inferno, nella sezione dedicata all'Inferno dei popoli.
La Cina è il paese simbolo dello sfruttamento, dello stato-padrone che si nutre delle esistenze e delle energie dei propri cittadini, della dittatura che schiaccia qualsiasi forma di opposizione. Giusto per citare i crimini più noti del governo cinese, posso menzionare lo sfruttamento dei lavoratori (minori compresi), la repressione anche violenta del dissenso, il genocidio degli uiguri. Ovviamente nel mondo capitalista la violazione dei diritti umani non conta, quindi i nostri governi continuano a foraggiare questa dittatura da anni e hanno reso la Cina il gigante che oggi conosciamo.
La poesia è il canto di un cinese a cui il drappo rosso, simbolo della dittatura socialista cinese, impedisce di fare qualsiasi cosa: conoscere modi di vivere diversi ("un drappo rosso mi ruba il panorama"), vivere nel rispetto della natura ("un drappo rosso mi copre gli alberi") e allargare la propria conoscenza attraverso il confronto con opinioni diverse ("Trovo l'albero del sapere / ma il drappo rosso lo avvolge tutto"). Anche la libertà religiosa ("la Pace Celeste") è negata.
La poesia si conclude con un'amara riflessione valida per tutte le dittature sedicenti socialiste, cioè che si spacciano per forze a difesa del popolo:
Guardo al volto che mi chiama "compagno"
e cerco di trovare una strada
ma il suo piede gigante mi schiaccia
e le catene mi legano alla sua fabbrica.


Vi ricordo che potete acquistare Inferno in tutte le librerie e in tutti i collegamenti che trovate in questa pagina.
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Francesco Abate

martedì 3 settembre 2024

LA LEGGENDA DEL SANTO BEVITORE DI JOSEPH ROTH

 

La leggenda del santo bevitore è un racconto dello scrittore austriaco Joseph Roth pubblicato nel 1939, pochi mesi dopo la morte dell'autore. 
Il racconto può considerarsi un'autobiografia, o addirittura un testamento morale di Roth, il quale attraverso il protagonista, Andreas Kartak, ci mostra un uomo proveniente dall'impero asburgico ormai smembrato dopo la prima guerra mondiale, una persona rimasta ai margini della società ma che conserva una propria dignità e i propri valori. 
Ad Andreas, un senzatetto che vive vicino alla Senna, un misterioso sconosciuto dona duecento franchi; Andreas non vorrebbe accettarli perché consapevole di non poterli restituire, alla fine cede promettendo di dare la stessa somma in dono a una statua di santa Teresa. Dal momento del dono la vita di Andreas cambia, diventando una costante oscillazione tra la fedeltà al proprio voto (la restituzione dei soldi alla santa) e le occasioni per disattenderlo. La costante lotta di Andreas pare perduta, con incontri e distrazioni che ogni volta lo spingono a non rispettare il suo voto, ma in punto di morte trova la redenzione riuscendo (almeno nella sua immaginazione) a mantenere la promessa.
Joseph Roth, attraverso Andreas Kartak, ci mostra i suoi ultimi anni di vita. Roth è un uomo che abusa dell'alcol, eppure mantiene una propria dignità e i propri principi senza mai cadere nella totale dissoluzione. Ciò che l'autore pensa di sé stesso può riassumersi in una frase: <<Ecco quel che sono veramente: cattivo, sbronzo, ma in gamba.>>

Francesco Abate