Tibet è una poesia contenuta nella raccolta Inferno.
Dell'oppressione operata dalla Cina sui tibetani, sulla repressione religiosa e sul controllo delle loro istituzioni c'è ben poco da dire, è storia nota a tutti.
Nella poesia canta il monaco tibetano che dedica la propria esistenza alla cura dello spirito, ma viene infine trascinato nel fango della sofferenza dall'oppressore cinese.
Tutto è spiegato alla perfezione nelle ultime due strofe:
Su questa montagna io bevo il silenzio
ma sali tu qui a rompermi il respiro
e col rumore infrangi il mio loto
e con il fango sporchi la tua anima
infestando con la puzza questo mio regno
che da giardino diventa discarica.
Su questa montagna io elevo lo spirito
ma sali tu qui a trascinarlo in basso
e col potere sbricioli la mia roccia
e con le urla violenti il mio silenzio
sporcando col vile possesso la purezza
dell’anima che posseduta non è mai.
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Francesco Abate
Un grido di resistenza e dolore, profondamente toccante. Un caro saluto!
RispondiEliminaGrazie per la lettura. Tanti auguri di buon anno.
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