domenica 1 marzo 2020

RECENSIONE DE "IL NICHILISMO EUROPEO" DI MARTIN HEIDEGGER

Il nichilismo europeo è un libro del filosofo tedesco Martin Heidegger pubblicato nel 1967. Si tratta di un estratto del più ampio Nietzsche pubblicato nel 1961, il quale è il testo del corso "Nietzsche: il nichilismo europeo" che Heidegger tenne nel 1940 all'Università di Friburgo. 
Heidegger fu negli anni Quaranta del Novecento molto sensibile al problema del nichilismo, termine che circolava fin dal secolo precedente e che ancora oggi è spesso tirato in ballo.

Ne Il nichilismo europeo, Heidegger ripudia l'idea del nichilismo come movimento del pensiero peculiare dei secoli Ottocento e Novecento, e lo ripensa come appartenente a tutta la storia dell'occidente sin dall'antica Grecia. 
Nietzsche, sostiene Heidegger, vide il nichilismo come peculiare del suo tempo solo perché si trovò costretto a pensare come un nichilista: non essendo in grado di pensare l'essenza del Niente, guardò solo alla storia che stava accadendo davanti ai suoi occhi. Il nichilismo è in realtà presente in tutta la storia dell'Occidente e lo dimostrano diverse definizioni elaborate lungo la storia della filosofia. Nell'antica Grecia, Protagora disse che l'uomo è misura di tutte le cose, quindi pose l'uomo come soggetto al centro dell'ente, cosa che anche Nietzsche fece nel nichilismo. L'essere a fondamento del soggetto Heidegger lo vede anche in Descartes e nel suo "ego cogito, ergo sum" (io penso, dunque sono), perché anche in quest'affermazione il filosofo francese pose il sé a fondamento di tutto, quindi l'uomo è soggetto dell'ente. Di fronte a quest'ultima affermazione, il filosofo tedesco si trova però a dover affrontare le critiche che a Descartes mosse lo stesso Nietzsche, secondo cui ego cogito, ergo sum era un'affermazione fondata su verità non certe e per questo non poteva essere accettata; per Heidegger questa contestazione nacque dall'equivoco di pensare ego cogito, ergo sum come un sillogismo, mentre non lo era. Se Nietzsche avesse compreso che l'enunciato principe di Descartes non era un sillogismo, avrebbe riconosciuto in esso delle caratteristiche affini al suo nichilismo.

Tutti noi ricordiamo la celebre affermazione di Nietzsche "Dio è morto" e in base a questa tendiamo a pensare al nichilismo come al rinnegamento di tutto ciò che non è immediatamente percepibile, come a un abbandono definitivo della metafisica.
Heidegger in questo testo dimostra invece che il nichilismo è esso stesso metafisica, perché è la ricerca di un nuovo principio, di un nuovo valore fondante, e per questo presuppone una nuova interpretazione dell'ente che lo renda "principio". Nichilismo non è infatti semplice rinnegamento dei valori tradizionali, ma è trasvalutazione di valori, cioè i vecchi scadono e vengono sostituiti dai nuovi. 
Carattere fondamentale dell'ente è la volontà di potenza; l'ente ha valore ed è valore, cioè è un valore fondamentale ed è solo lui che pone i valori e li mantiene in vigore.
Non solo per Heidegger il nichilismo è metafisica, ma sostiene che non è possibile capirlo fino in fondo se non lo pensiamo come tale.

Oggi si parla spesso di nichilismo quando si vuole sottolineare una perdita di valori che lascia in preda allo smarrimento e all'anarchia dell'anima. Molti associano al nichilismo un significato negativo perché in esso vedono l'immagine di un'umanità sregolata e allo sbando.
In questo volume Heidegger ci aiuta a pensare con maggiore profondità a questo problema filosofico che domina la nostra storia contemporanea e va capito bene, perché non è possibile vederlo ovunque eppure limitarsi a conoscerlo superficialmente.
Trattandosi di un testo filosofico, non è di semplicissima lettura perché è pregno di contenuti. Sopra mi sono limitato a esprimere in modo estremamente sintetico le tesi più importanti contenute nel libro, ma leggendo troverete spiegazioni molto più puntigliose e approfondite. Si tratta di una lettura importante, piacevole e arricchente, ma bisogna essere pronti a concentrarsi e ad assimilare ogni singola parola perché, come in tutti i testi filosofici, anche la parola più insignificante non è scritta per caso. Heidegger argomenta le sue tesi con grande rigore e in alcuni casi bisogna impegnarsi per non perdersi. 
Nonostante tutto ve lo consiglio: è interessante, ricco di contenuti, affronta un problema molto attuale e si legge comunque piacevolmente. 

Francesco Abate


   

7 commenti:

  1. Sì, grazie infinite per questo post!
    Lo aspettavo, perché di Heidegger non ricordavo molto, e mi trovo a dirti che in fondo questa storia del nichilismo di valori e concetti potrebbe magari essere la chiave per trovare un modo di ricominciare.
    In fondo, se ci pensi, sono vent'anni che siamo in un nuovo millennio e la maggior parte della gente vive ancorata a quello vecchio...
    Ti abbraccio.

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    1. Mi piace molto la chiave di lettura del Nichilismo che usa Heidegger. Da secoli si parla del Nichilismo come della causa di tutti i mali, della morte di Dio come della fine della civiltà, ma Heidegger ci ricorda che Nietzsche non si ferma alla distruzione dei vecchi valori, ma alla necessità di crearne dei nuovi.
      Di recente Gramellini ha parlato di Nichilismo attivo, cioè di un Nichilismo che sta alla base della costruzione di una nuova scala di valori e quindi di una nuova società. A questo credo si debba puntare.
      Grazie per la lettura e il commento.
      Baci.

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    2. Secondo te c'è la possibilità che si possano davvero trovare nuovi valori?
      Non so, ma tra fake news, falso bigottismo e moralismi superati a me non sembra che molta gente voglia impegnarsi per davvero.
      Baci!

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    3. E sai perché non voglio impegnarsi?
      Perché sono spaventati, secondo me hanno paura del cambiamento.

      Scusa Francesco per l'intrusione e complimenti per il post.
      Ciao!

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    4. @Sugar Free Le possibilità ci sono, dipende tutto da noi. La strada per il cambiamento è sempre un po' spaventosa, ci costringe a uscire dalla nostra routine per andare verso l'ignoto. Purtroppo in pochi fanno questo viaggio, molti altri si accontentano di accettare i valori che qualcun altro cala loro dall'alto. Fortunatamente però ci sono almeno questi pochi ed è da loro che deve partire la rivoluzione culturale.
      Baci.

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    5. @Olivia Hessen non devi scusarti, le tue intrusioni sono sempre molto gradite. :-)
      Il cambiamento fa paura più di uno status quo negativo, per fortuna però in certi casi è inevitabile. Sta a chi questo cambiamento lo percepisce e lo brama guidare gli altri nella ricerca dei nuovi valori.
      Baci.

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    6. Devo correggere un errore. Nel mio primo commento ho attribuito il Nichilismo attivo a Gramellini, in realtà a parlarne è stato il filosofo Umberto Galimberti. Chiedo scusa per il lapsus. :-)

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