giovedì 26 marzo 2020

COMMENTO AL CANTO XXXII DELLA "DIVINA COMMEDIA - PARADISO"

Affetto al suo piacer, quel contemplante
libero officio di dottore assunse,
e cominciò queste parole sante
Il canto XXXII del Paradiso inizia con san Bernardo immerso nella contemplazione della Vergine Maria, la cosa che più gli dà piacere. Il santo inizia a istruire Dante senza che questo glielo chieda (libero officio di dottore assunse); per prima cosa comincia a indicargli alcuni beati che siedono nella Candida Rosa. Ai piedi di Maria siede colei che aprì la piaga del peccato originale inducendo in tentazione Adamo, quella piaga che la Vergine richiuse e medicò (richiuse e unse) mettendo al mondo il Redentore; Eva è indicata come tanto bella in quanto creata direttamente da Dio e non generata da altra donna. Nel terzo giro dei seggi contando dall'alto, san Bernardo indica Rachele, seduta sotto Eva, che sta proprio accanto a Beatrice; Rachele è un personaggio biblico, moglie di Giacobbe e madre di Giuseppe, ed è simbolo della vita contemplativa. Scendendo di gradino in gradino, il santo nomina altre donne dell'Antico Testamento: Sara, moglie di Abramo; Rebecca, moglie di Isacco; Giuditta (Iudit), l'eroina che uccise Oloferne e liberò la Betulia; Ruth, la bisnonna di re David, il quale proruppe nella preghiera "Miserere mei" perché consapevole della gravità dei propri peccati. Dal settimo giro in giù seguono ancora donne Ebree, le quali come un muro dividono i petali del fiore (i beati) a seconda della fede che ebbero in Cristo: a sinistra, dove il fiore ha tutti i seggi occupati (onde 'l fiore è maturo di tutte le sue foglie) ci sono quelli che credettero nel Cristo venturo; dall'altro lato, dove compaiono dei seggi vuoti, ci sono quelli che credettero nel Cristo venuto. Così come da questa parte la divisione tra le due categorie di beati è fatta dai seggi della Vergine Maria e delle donne Ebree, così di fronte è fatta dal seggio di san Giovanni Battista (il quale patì prima il deserto, poi il martirio, infine per due anni il Limbo) e sotto di lui dai seggi di san Francesco, san Benedetto, sant'Agostino e gli altri sotto di loro. San Bernardo invita poi Dante a guardare come agisce la Provvidenza (l'alto proveder divino) e spiega che entrambi i lati della rosa saranno riempiti dallo stesso numero di beati (l'uno e l'altro aspetto de la fede igualmente empierà questo giardino).
Dopo aver mostrato a Dante la divisione tra le due schiere di beati, san Bernardo gli spiega che dal gradino che taglia a metà le due divisioni (è perciò una linea di demarcazione orizzontale) fino al fondo della rosa ci sono anime salvate non per i propri meriti, ma per quelli altrui, a determinate condizioni; sono spiriti liberati dai legami del corpo (assolti) prima di poter consapevolmente scegliere il bene o il male (prima ch'avesser vere elezioni). Dante se ne può accorgere, gli dice, guardando i loro volti e sentendo le loro voci puerili. Adesso il poeta ha un dubbio e tace, perciò il santo gli dice che scioglierà il nodo ('l forte legame) in cui lo stringono i ragionamenti (i pensieri sottili). Spiega san Bernardo che in quel vasto reame non può esserci niente di casuale, così come non possono esserci la tristezza, la sete o la fame; tutto ciò che si vede lì corrisponde perfettamente al volere divino, così come l'anello si adatta perfettamente al dito. Le anime che si sono affrettate a salire in Paradiso (festinata deriva dal latino festinare, che significa "affrettarsi"), per una giusta causa non siedono alla stessa altezza: il sovrano grazie a cui il Paradiso riposa (pausa) in tanto amore e tanta gioia che appagano ogni volontà, crea tutte le anime (menti) nel suo amore e le dota a suo piacimento di maggiore o minore grazia, e questo basta a stabilire il maggiore o minore merito dei bambini. A dimostrare ciò che ha appena detto, san Bernardo ricorda ciò che le Sacre Scritture raccontano dei figli di Rebecca, Giacobbe ed Esaù, i quali combattevano tra loro già nel ventre materno perché il primo era accetto a Dio, il secondo no (l'episodio è narrato nella Genesi). Perciò è giusto che Dio gratifichi degnamente le anime a seconda dell'intensità della loro grazia ("Però, secondo il color d'i capelli / di cotal grazia, l'altissimo lume / degnamente conven che s'incappelli"): i bambini sono distribuiti sui vari gradini in virtù della maggiore o minore grazia infusa in essi. San Bernardo passa poi a descrivere come la questione sia mutata nel corso della storia umana: nel primo periodo, da Adamo ad Abramo, per la salvezza dei bambini bastava solo la fede dei parenti nel Cristo venturo; nel secondo periodo, da Abramo a Gesù, fu necessario per la salvezza dei maschi il rito della circoncisione; da Cristo in poi è invece necessario il battesimo affinché l'anima si possa salvare, mentre i bambini non battezzati sono destinati al Limbo
Finito il discorso sulla salvezza dei bambini, san Bernardo invita Dante a guardare il viso della Vergine, il viso che più di tutti somiglia a quello di Cristo, perché solo così può prepararsi a guardare Dio. Il poeta vede scendere sul volto di Maria tanta luce di grazia (allegrezza), portata da quelle intelligenze (gli angeli) create per volare a quell'altezza, e si riempie di un'ammirazione tale che nulla di ciò che ha visto prima gli aveva suscitato, e nulla di quanto visto prima era tanto somigliante a Dio. L'angelo sceso lì per primo spiega le ali davanti a lei e canta "Ave Maria, piena di grazia"; a quel canto rispondono tutti i beati, e la luce di ognuno diventa più intensa (E quello amor che primo lì discese, / cantando "Ave Maria, gratia plena", / dinanzi a lei e sue ali distese. / Rispuose a la divina cantilena / da tutte parti la beata corte, / sì ch'ogne vista sen fe' più serena). Dante chiede a san Bernardo, che per lui ha abbandonato il seggio a cui è destinato per l'eternità, chi sia quell'angelo che guarda negli occhi la Regina con tanta festa (tanto gioco) ed è così innamorato da sembrare ardente come la fiamma ("qual è quell' angel che con tanto gioco / guarda ne li occhi la nostra regina, / innamorato sì che par di foco?"). Con questa domanda il poeta ricorre ancora al sapere di san Bernardo, la cui immagine sembra abbellirsi nel momento in cui guarda verso la Vergine Maria come Venere (stella mattutina) si abbellisce alla luce del sole.
San Bernardo risponde che in quell'angelo ci sono tutto il decoro e la letizia che Dio e i santi (le cui volontà sono uniformate) vogliono ci sia in un angelo e in un'anima, perché portò la palma a Maria quando il Figlio di Dio decise di incarnarsi nel corpo mortale (è l'arcangelo Gabriele, il quale annunciò la nascita di Gesù a Maria). Data questa spiegazione, torna ad elencare altre anime. I due che siedono sopra, felici per essere vicinissimi alla Vergine (Augusta), sono come due radici di questa rosa: quello che le siede alla sinistra è il padre del genere umano (Adamo) per il cui peccato originale l'umanità soffre; al lato destro c'è san Pietro, il vecchio padre della Santa Chiesa, a cui Cristo affidò le chiavi della Candida Rosa. Accanto a san Pietro siede san Giovanni Evangelista, che prima di morire vide tutte le sofferenze future della bella sposa che Cristo acquistò col martirio (la Chiesa); accanto ad Adamo siede Mosè, sotto la cui guida visse di manna il popolo d'Israele, che fu però ingrato, volubile e poco incline a obbedire ai suoi ordini. Di fronte a san Pietro c'è sant'Anna, madre di Maria, che è tanto felice di guardare la figlia da non distogliere lo sguardo nemmeno quando canta l'osanna insieme agli altri beati; di fronte ad Adamo (maggior padre di famiglia) siede santa Lucia, che inviò Beatrice in soccorso del poeta quando nella selva teneva gli occhi bassi e disperava di uscire dall'oscurità.
San Bernardo, siccome il tempo destinato alla visione mistica di Dante sta per finire, decide di terminare qui l'elenco dei santi e di fare come il sarto, che produce la veste a seconda della quantità di panno che ha a disposizione; dice poi che guarderanno Dio, così che il poeta possa penetrare con lo sguardo quanto più possibile dentro il suo fulgore. Prima di guardare Dio, però, è necessario chiedere l'intercessione della Vergine Maria, onde evitare che il poeta arretri credendo di avanzare solo con le proprie forze. Il santo pregherà e Dante dovrà seguirlo con il sentimento, non separando mai il cuore dalla sua preghiera. 
Il canto si interrompe con san Bernardo sul punto di cominciare la sua preghiera. Si tratta di un canto preparatorio, finalizzato a creare la giusta atmosfera e la giusta attesa in vista del momento più alto della visione mistica.

Francesco Abate

4 commenti:

  1. Mi ricordo che questo Canto, quando l'ho spiegato per la prima volta in università, aveva affascinato tantissimo i miei ragazzi che attendevano la fine della Commedia con trepidazione.
    Baci.

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    1. In questo canto aumenta l'estasi poetica e sale il livello delle figure che vengono evocate, è un crescendo in vista della visione di Dio. Dante ti fa sentire come se anche tu avessi fatto il viaggio e ti fa sentire il profumo della meta.
      Baci.

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    2. Hai detto bene, Dante ti fa sentire come se fossi lì con lui!
      Persino Michelangelo si ispirò alla sua opera per l'affresco della Cappella Sistina, è fenomenale.
      Ti abbraccio.

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    3. Esatto, Francesca, vivi il viaggio con lui. Non è un caso che anche chi come me non crede finisce per amare quest'opera.
      Baci.

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