giovedì 30 gennaio 2020

I RACCONTI UMORISTICI DI ANTON CECHOV

Anton Cechov è uno dei più famosi autori della letteratura e del teatro russo. La sua produzione varia da brevi aneddoti comici, molti pubblicati usando pseudonimi, ai racconti dello stesso genere; anche a livello teatrale ha prodotto inizialmente testi brevi per poi passare a drammi che riscossero un notevole successo (Ivanov, Il gabbiano, Lo zio Vanja, Le tre sorelle, Il giardino dei ciliegi).

In questo post voglio analizzare principalmente i suoi racconti umoristici. Si tratta di componimenti molto brevi, costruiti però con grande abilità letteraria. Tra i grandi meriti di Cechov c'è quello di aver dato dignità letteraria all'aneddoto; non scriveva storielle grezze e volgari, come accadeva su molti giornali di fine Ottocento, ma partiva da una storia semplice e la impreziosiva con tante situazioni ed equivoci, così da renderla dinamica e accattivante.
Il contenuto dei suoi racconti nasceva per divertire smascherando i difetti della gente. Ne Il leone e il sole vediamo un sindaco così desideroso di ottenere una decorazione da rendersi ridicolo agli occhi dei suoi cittadini, così come ne Il camaleonte vediamo come un commissario di polizia cambi idea circa il modo di comportarsi nei confronti di un cane quando scopre che appartiene a un generale. Ci sono racconti come Un cognome cavallino dove la storia nasce dal cognome Avenov, che ricorda appunto un cavallo, e intorno a questo paradosso si sviluppa per intera; ce ne sono invece di più complessi, come nel caso di Matrimonio di calcolo, dove Cechov ci mostra un matrimonio di interessi e il suo disfacimento, impreziosendolo con un equivoco generato dalle parole di un invitato alla cerimonia, scambiate dalle due famiglie per allusioni a causa della loro coda di paglia. Mentre Un cognome cavallino è molto semplice anche nella sua struttura, in racconti come Il romanzo del contrabbasso troviamo anche uno sviluppo accattivante e avventuroso della storia. Non mancano i racconti che fanno riflettere, come Dal diario d'un aiuto contabile, dove Cechov ci mostra un uomo che spera ardentemente nella morte di un superiore così da poterne prendere il posto, ma per la sua smisurata cupidigia finisce per ammalarsi.    

I racconti umoristici di Cechov li ho letti in una sera da un libretto che mi fu regalato tempo fa. Nonostante sia una lettura molto leggera e per niente impegnativa, mi sento di consigliarvela. Vi permetterà di passare qualche ora col sorriso, perché sono prima di tutto storie divertenti, e allo stesso tempo vi mostrerà il lato peggiore delle persone.
Si tratta di letture che non hanno nulla a che vedere coi grandi romanzi di Tolstoj e Dostoevkij, ma nella loro semplicità comunque procedono a quell'analisi dell'animo umano che i due grandissimi della letteratura russa fanno in modo più approfondito nei loro libri.

Francesco Abate

4 commenti:

  1. Non ci credo, qualcun altro che come me ama gli autori russi!
    Grande!
    Penso che l'ironia di Chechov sia un po' come quella delle novelle di Pirandello: va capita, assorbita e apprezzata.
    E la trovo ancora attuale.
    Baci!

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    Risposte
    1. Sull'attualità hai pienamente ragione. Se leggi "Dal diario d'un aiuto contabile" ti imbatti in un personaggio arrivista e privo di umanità come sono tanti oggi sui posti di lavoro. Sono bei racconti poi perché sono molto semplici, infatti io li ho letti durante una serata in cui non avevo voglia di cose troppo impegnative.
      Baci.

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    2. Anche Matrimonio di calcolo è attualissimo, considerando come spesso questa istituzione venga presa sottogamba o usata per scopi che non siano quelli per cui è nata.
      Ti abbraccio.

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    3. "Matrimonio di calcolo" è attualissimo per la leggerezza con cui viene contratto il matrimonio, ma è anche un racconto che evidenzia come la coda di paglia possa portare a sentirsi sempre accusati (succede ai protagonisti durante il discorso del telegrafista).
      Un abbraccio.

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