mercoledì 14 ottobre 2020

RECENSIONE DEL RACCONTO "EFRAIM BEN RUBEN" DI SIGURD CHRISTIANSEN

 

Efraim Ben Ruben è un racconto pubblicato dallo scrittore norvegese Sigurd Christiansen.
Nelle poche pagine del racconto, Christiansen mostra con lucidità gli effetti della discriminazione sugli Ebrei nei primi anni del Novecento. 

Il racconto ci parla di Efraim Ben Ruben, la cui famiglia parte dalla Spagna per trasferirsi in Svezia e poi, dopo pochi anni, si stabilisce in Danimarca.
Efraim si sente ben integrato nel suo paese e non soffre particolarmente per i pregiudizi che gravano sulla sua gente, si sente danese e desidera servire nell'esercito del suo paese. La sua domanda di ammissione all'esercito viene scartata perché lui è ebreo; la distruzione del suo sogno è il primo vero atto discriminatorio che in lui lascia un segno.
Sentendosi rifiutato dalla sua gente, Efraim si rifugia nelle tradizioni e nella religione, diventa molto colto ma allo stesso tempo molto chiuso e un po' estremista. Si isola così dai suoi concittadini e vive sognando di andare a vivere in Israele.

Il racconto ruota tutto intorno alla vita del protagonista, Efraim Ben Ruben.
Egli è molto ben integrato con i danesi, si sente parte di loro e per niente diverso, tanto da voler servire l'esercito e dedicare la vita alla difesa di quel paese che l'ha accolto e integrato. Quando si vede scartato a causa delle sue origini, sente di non essere parte di quel popolo, di essere stato respinto e messo da parte, quindi decide di tornare alle sue origini. Studia le tradizioni e la religione ebraica, in esse si chiude e allontana dalla sua esistenza tutto ciò che a loro è estraneo.
Nonostante si senta ebreo e non occidentale, a volte devia dalla strada della tradizione e si concede comportamenti "europei"; ne soffre e si ripromette di non farlo più, ma qui già vediamo come egli non sia diverso dai suoi concittadini danesi, anche se lo vorrebbe.
Il viaggio in Terra Santa che si pone come obiettivo, quello che lo consacrerà come ebreo e cancellerà definitivamente l'Europa dalla sua esistenza, gli mostra invece l'amara verità: lui è europeo, non israeliano, ed è molto più simile ai suoi concittadini danesi che non alla gente d'Israele. 
La sua intera esistenza è un Limbo: dentro è un danese, ma i danesi non lo accettano del tutto perché ebreo, mentre le sue radici sono in Israele, ma con gli israeliani ormai non ha più nulla in comune.

Benché sia un racconto breve, spesso non pubblicato neanche indipendentemente (io l'ho trovato in appendice al romanzo Due vivi e un morto), credo che Efraim Ben Ruben vada letto.
Christiansen riesce con la sua scrittura semplice e profonda al tempo stesso a mostrarci il dramma degli esclusi. Rifiutato da quelli con cui condivide l'esistenza, il protagonista si chiude in sé stesso e nelle sue radici, ma così finisce per trovarsi completamente alienato dal mondo.
Importante è anche leggere il processo di radicalizzazione ideologica del protagonista, ci porta infatti a ragionare su situazioni molto attuali, dato che discriminazione ed estremismo sono piaghe per nulla estinte.
Il racconto è importante da leggere anche in chiave storica. L'antisemitismo lo associamo sempre al nazismo, dimenticando spesso che già prima era molto diffuso e che la Shoah ne è stata l'estrema conseguenza. Nelle pagine del racconto viviamo il dramma di un ebreo escluso negli anni immediatamente precedenti alla Shoah, quindi vediamo il substrato su cui il dramma è germogliato.

Francesco Abate

2 commenti:

  1. Grazie per il consiglio, vedo se riesco a trovare il libro.
    Baci.

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    1. Il racconto io l'ho trovato in appendice al romanzo "Due vivi e un morto".
      Non è facile trovarli in libreria, credo ti convenga cercarli in formato elettronico su internet.
      Baci.

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