Lenin definì il
Marxismo come successore legittimo delle cose migliori create dall’umanità nel
XIX secolo: la filosofia tedesca, l’economia politica inglese e il socialismo
francese. Il socialismo francese è quello che, a torto o a ragione, fu definito
“Socialismo utopistico”.
CLAUDE-HENRI DE SAINT-SIMON (1760-1825)
La storia è retta da
una legge di progresso. Tale progresso non è però lineare, ma è un’alternarsi
di periodi organici e periodi critici. I periodi organici (o epoche organiche) sono quelli che si fondano su
principi solidi (idee, valori, tecnica, ecc.) che si formano e operano al loro
interno. Quando però lo sviluppo della società invalida i principi che reggono
un periodo organico, si entra in un periodo
critico (o epoca critica). Così come il monoteismo mise in crisi l’età del
politeismo, così la Rivoluzione francese e il progresso della scienza hanno
segnato la fine del Medioevo.
Il progresso
scientifico ha quindi distrutto le teorie teologiche e le idee metafisiche che
stavano a fondamento del Medioevo, il mondo ora potrà essere riorganizzato solo
sulla base della scienza positiva. In questa nuova epoca il potere spirituale
sarà nelle mani degli uomini di scienza <<i quali possono predire il più
gran numero di cose>>, mentre il potere temporale apparterrà agli
industriali che occuperanno il più gran numero di individui. Tutto ciò implica
che l’affermazione dell’industrialismo rende impossibile il potere
teocratico-feudale del Medioevo, dove gli ecclesiastici avevano il potere
spirituale e gli uomini di guerra quello temporale. Scienza e tecnologia sono
oggi in grado di risolvere i problemi umani e sociali.
Gli uomini possono
essere felici solo soddisfacendo i loro bisogno fisici e spirituali, a ciò
servono le scienze, le belle arti e i mestieri, mentre fuori di questo ci sono
solo i parassiti e i dominatori.
Per illustrare la
necessità che il potere politico passi nelle mani dei tecnici e degli
scienziati, Saint-Simon racconta una “parabola”: se la Francia perdesse i
tremila individui che ricoprono cariche politiche, religiose e amministrative
più importanti, lo Stato non subirebbe alcun danno e tali persone sarebbero
facilmente rimpiazzabili; ma se la Francia perdesse i suoi tremila migliori
scienziati, artigiani e artisti, cadrebbe subito in uno stato di inferiorità
rispetto alle nazioni di cui è ora rivale e continuerebbe a restare subalterna
nei loro confronti finché non avrà riparato la perdita. Il pensiero positivo,
principio ordinatore della nuova società, eliminerà i tre principali
inconvenienti del sistema politico vigente: arbitrio, incapacità e intrigo.
Il progresso verso la
nuova età organica dominata dalla filosofia positiva è inevitabile. L’avvento
della futura società sarà come un ritorno al Cristianesimo primitivo, in cui la
scienza permetterà il raggiungimento della fratellanza universale che Dio ha
dato agli uomini come regola di condotta.
Il Sansimonismo ebbe un notevole impatto in Francia e
non solo. I canali di Suez e Panama furono idee dei Sansimonisti, così come le
programmazioni economiche e agrarie. Per Saint-Simon il criterio con cui
avrebbe dovuto operare lo Stato era il seguente: da ciascuno secondo le sue
capacità (regola della produzione), a ciascuno secondo le sue opere (regola
della ripartizione).
CHARLES FOURIER (1772-1837)
Nella storia esiste un
grosso piano della Provvidenza da cui non possono essere esclusi l’uomo, il suo
lavoro e la maniera in cui costituisce la società. La Provvidenza ha messo in
tutta l’umanità le stesse passioni che non sono altre dei sistemi di
attrazione. La legge di Newton può essere estesa anche all’uomo, le passioni
attraggono tra loro gli uomini così come la forza gravitazionale i pianeti. Per
tali ragioni le passioni devono essere soddisfatte, non represse.
L’organizzazione sociale, per rispettare il piano di Dio, deve rendere il
lavoro attraente, assecondare la naturale tendenza al piacere al fine di
ottenere il massimo rendimento.
Le tre grandi epoche
storiche (quella dei Selvaggi, quella dei Barbari e quella dei Civilizzati)
hanno sempre ostacolato l’armonioso sviluppo delle passioni umane. Anche la
civilizzazione, tanto amata dagli Illuministi, in realtà è il trionfo della
menzogna (ne è dimostrazione il commercio, dove le merci aumentano di prezzo ma
non di valore). La “civiltà”, dove ognuno persegue il proprio interesse
infischiandosene di quelli altrui, porta l’umanità alla miseria nonostante
aumenti la circolazione di beni.
Non solo l’economia è
perversa, anche la morale lo è. Nello stato attuale l’uomo è in guerra con sé
stesso e le sue passioni urtano tra loro. La scienza che si chiama morale
pretende di reprimere tali passioni, ma in realtà il fine dovrebbe essere
quello di arrivare al meccanismo spontaneo delle passioni, senza reprimerne
alcuna. La morale attuale blocca le passioni e genera ipocrisia.
Le passioni dell’uomo vanno assecondate al fine di
ottenere il massimo rendimento. L’organizzazione adatta per Fourier è la
falange. Gruppi di 1600 persone vivono in un falansterio, non una caserma ma un
albergo. Ogni persona nel falansterio può sfogare le sue inclinazioni come
meglio crede, non ci sono lavori domestici e non c’è vita familiare, i bambini
vengono educati dalla comunità. Uomini e donne sono equiparati e nel
falansterio c’è assoluta libertà sessuale. Il lavoro non è fatica, ognuno fa
quel che vuole. Per evitare la monotonia del lavoro, ogni persona deve imparare
una quarantina di attività, così può cambiare durante la giornata. I lavori
sporchi, come pulire la cloaca, vengono assegnati ai bambini che, per loro
natura, si divertono a sguazzare nell’immondizia. Alcuni discepoli di Fourier
provarono ad attuare i falansteri in Europa e in America, gli esperimenti però
fallirono mostrando che si trattava di un’utopia.
PIERRE-JOSEPH PROUDHON
(1809-1865)
Proudhon è
simultaneamente contro la proprietà privata e contro il comunismo.
Giudica la proprietà
privata un furto, perché il capitalista la ottiene non corrispondendo
all’operaio il reale valore del suo lavoro. Questa condizione crea la
principale contraddizione tra capitale e lavoro, contraddizione che porta il
capitalista ad appropriarsi dell’intera esistenza dell’operaio e non solo del
suo lavoro. Proudhon non è però contrario alla proprietà privata in quanto
tale, ma solo alla proprietà che assicura un reddito senza lavoro. La proprietà
può avere una giustificazione solo come condizione di libertà, ma quando essa è
organizzata in modo da rendere liberi i pochi (capitalisti) a scapito della
schiavitù dei molti (operai), allora è un furto. Solo il lavoro è produttivo,
l’operaio può appropriarsi del frutto del proprio lavoro, questo però è
possesso e non proprietà privata capitalista.
L’ordinamento
socio-economico borghese va cambiato, ma Proudhon scarta l’ipotesi comunista.
Il comunismo asserve la persona alla società, è una religione intollerante
orientata verso la dittatura. Nel comunismo lo Stato non diventa solo
proprietario dei beni materiali, ma anche dei cittadini, forma uno
Stato-caserma in cui la vita degli uomini è completamente soggetta allo Sato.
Egli preferisce <<far bruciare la Proprietà a fuoco lento, piuttosto che
darle nuova forza facendo una notte di san Bartolomeo dei proprietari>>.
Anche l’ipotesi
individualista non è adeguata, è infatti illusorio lo sviluppo senza limiti
della libertà dei singoli.
Proudhon propone un
nuovo ordinamento sociale fondato sulla giustizia. Per lui la giustizia non è
quella dataci da un Dio, la giustizia della rivelazione,
ma è quella della rivoluzione che è
immanente nella coscienza e nella storia umana. Tale giustizia è il rispetto
della dignità umana, in qualsiasi situazione essa sia compromessa, e a
qualsiasi rischio ci esponga la sua difesa.
È necessario per riorganizzare l’economia che i
lavoratori diventino proprietari dei mezzi di produzione e che abbiano la
possibilità di autogestire il processo produttivo. Così il tessuto economico
della società si costituisce come una pluralità di centri produttori che si
equilibrano a vicenda.
Francesco Abate
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