Anna
Karénina è la donna sposata che cede alla passione per il conte Vrònskij. Lei
abbandona il matrimonio perfetto per la società, si inimica la società retta dalle
sue convenzioni e segue il suo cuore. Ad Anna però succede che la lontananza
dalla società, il suo isolamento, la rendono dipendente dall’amore del suo
amante, finendo così per essere terrorizzata dall’idea di perderlo al punto da
diventare paranoica, ed arrivare infine al suicidio per disperazione e per
punire l’amante che non l’amava più (secondo lei). La vicenda di Anna mostra
quanto sia errato abbandonarsi alla passione del momento, si finisce
addirittura per vivere peggio di chi è intrappolato nelle fredde convenzioni.
Levin
è il personaggio che rappresenta di più Tolstòj (è evidente già dalla
similitudine dei nomi di battesimo). È un uomo semplice, di nascita nobile che
però si dedica con impegno alla gestione della sua azienda (dopo la parentesi dissoluta,
anche l’autore lo fece), che quasi odia o comunque non ritiene legittima la sua
condizione agiata e che dapprima è non credente per poi finire convertito da
un’illuminazione. Levin è anche il personaggio che trova il vero amore, un
sentimento magico che nasce nel tempo e resiste a diverse vicissitudini e ad
anni di lontananza. È il più anticonformista dei personaggi del romanzo.
Attraverso i suoi occhi l’autore esprime anche una dura critica agli
intellettuali ed alle istituzioni politiche dell’epoca.
Stepàn
Arkàd’ic è un nobile dissoluto che vive sperperando le fortune sue e della
moglie, a cui non fa mancare nemmeno tradimenti con serve e ballerine. È tutto
sommato un uomo buono, però della sua vita non vuole fare niente, vive
<<senza scopo>> così come Tolstòj nella prima parte della sua vita.
La moglie Dolly non lo ama più per davvero, però lo tollera nel nome della
famiglia, anche se c’è un momento in cui invidia la scelta di Anna Karénina di
abbandonare una famiglia fondata su convenzioni e amore fasullo per una
passione reale.
Il
marito di Anna, Aleksej Aleksandrovic, è un uomo tutto votato alla carriera,
del resto non gli interessa niente. Scoperto il tradimento della moglie, il suo
unico problema è evitare che desti scandalo, e nemmeno odierà la moglie quando
questa non rispetterà la sua volontà. Ci vuole l’azione subdola della contessa
Lidja Ivanovna perché lui cominci a imporsi, senza nemmeno un reale rancore,
nei confronti della moglie traditrice.
Il conte Vronskij, amante di Anna, la ama sinceramente.
Comincia a pentirsi però della sua scelta nel momento in cui lei diventa
paranoica, così diventa freddo, ma non l’abbandona. Non esita ad abbandonare la
carriera per seguire la passione amorosa, ma la sua scelta finisce per
distruggerlo nell’animo, infatti dopo la morte di Anna si impegna nella guerra
di Crimea sperando di trovare lì la morte. È un uomo che tutto sommato ama la
vita militare e i benefici che essa comporta, solo che il suo essere senza
scopo lo porta ad una scelta sbagliata che gli fa perdere tutto.
Il romanzo presenta anche ricche descrizioni
della vita nella Russia di fine ‘800 e dei cambiamenti che la società stava
vivendo. Mostra anche come molti nobili fossero impreparati ai cambiamenti
socio-economici in corso, come si impoverissero a causa dei loro vizi a
vantaggio di furbi mercanti o di ambiziosi contadini.
Francesco Abate
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