L’esplosione dei
movimenti popolari nella politica di varie nazioni, fenomeno divenuto evidente con
il boom del Movimento 5 Stelle in Italia e con Podemos in Spagna, non è una
novità storica. Tenendoci solo in Italia, già nel 1946 vi fu un esperimento
paragonabile a quello odierno dei “pentastellati”, la nascita de Il Fronte
dell’Uomo Qualunque.
Il Fronte fu fondato
dallo scrittore, giornalista e drammaturgo italiano Guglielmo Giannini e fu il
prodotto dell’evoluzione del settimanale L’Uomo Qualunque, fondato dallo stesso
Giannini poco meno di due anni prima. Qui già è possibile individuare una prima
similitudine tra il Fronte e il Movimento di Grillo, infatti anche il M5S è il
prodotto delle esperienze e delle opinioni maturate durante l’attività del blog
del comico genovese Beppe Grillo. In entrambi i movimenti troviamo quindi un
uomo di cultura che, attraverso un mezzo di comunicazione, raccoglie il malcontento
della società nei confronti di una politica distante e fonda un movimento
politico.
Ovviamente diversi sono
i periodi storici e diversi i contesti, però è possibile anche qui trovare un
collegamento. Giannini infatti emerse in un momento in cui la politica era in
macerie e la distanza della stessa dalla gente comune era abissale, si usciva
infatti da venti anni di dittatura fascista che avevano portato la guerra e la
devastazione in Italia. Anche Grillo si è trovato ad operare in un contesto
simile, infatti la politica degli anni 2000 era in macerie a causa di
Tangentopoli e del palese fallimento della Seconda Repubblica, affogata tra
corruzione e inettitudine della classe dirigente, si era in pieno berlusconismo
e all’alba del renzismo. In entrambi i casi quindi il popolo percepiva una
distanza abissale tra sé e una politica che appariva chiusa in sé stessa e
sorda alle voci provenienti dal basso.
Il Fronte di Giannini
ottenne un grande successo alle elezioni del 2 giugno 1946, mandando ben trenta
deputati all’Assemblea costituente. Anche le successive elezioni amministrative
videro un’ottima affermazione del Fronte, specie al sud, ma tutto fu distrutto
dalle divisioni che sorsero in seno al partito nel momento in cui si dovette affrontare
il nodo delle alleanze. Alle elezioni del 1948 il Fronte entrò infatti nel
Blocco Nazionale, una coalizione di centrodestra, ma la mossa causò malcontento
e delusioni che lentamente portarono al disfacimento del partito. Il Movimento
5 Stelle ha ottenuto a sua volta un clamoroso successo alle elezioni politiche,
successo sicuramente più roboante rispetto a quello del fronte, ma c’è da
considerare che con internet e i social network la copertura mediatica era
sicuramente diversa rispetto al 1946/48. Come il Fronte, anche il movimento di
Grillo ha conosciuto divisioni al momento di stabilire le politiche e le
alleanze, cosa che ha portato ad una perdita di consensi registrata in
occasione delle elezioni europee. Così come il Fronte del 1946, il Movimento 5
Stelle vanta un programma apprezzato dai lettori del blog (scritto da loro nel
corso di varie consultazioni), ma non tutti i parlamentari del movimento lo
hanno poi condiviso del tutto (venendo espulsi) e nei casi di decisioni non
programmate da prendere in poco tempo sono emerse non poche divisioni. Anche il
nodo alleanze ha creato diversi grattacapi al Movimento. Se in Italia i
grillini procedono da soli, coerentemente a quanto dichiarato in partenza, in
Europa il leader Beppe Grillo ed i suoi sostenitori hanno subito avvertito
l’esigenza di allearsi con gruppi di altri paesi così da rafforzare il proprio
peso politico all’interno delle istituzioni. Il problema è stato però che
Grillo, insieme ad una buona parte del suo gruppo dirigente, subito si è orientato
verso l’UKIP del britannico Nigel Farage, mentre il “popolo” del blog e una
consistente parte degli eurodeputati propendevano per i Verdi europei. Alla
fine, come da statuto del blog, si è ricorso al voto sul blog per stabilire le
alleanze, ma con una decisione poco democratica Grillo non ha inserito i Verdi
europei tra le scelte, spianando così la strada per la vittoria dei sostenitori
dell’UKIP e aprendo un dibattito sull’eccessiva invadenza della sua figura.
Bisogna tenere conto
del fatto che nei movimenti come il Fronte dell’Uomo Qualunque o il Movimento 5
Stelle le divisioni sono fisiologiche, infatti si va a raccogliere un vasto
bacino di sostenitori cavalcando la rabbia popolare, prescindendo da discorsi
ideologici, finendo così per unirsi tutti al fine di cambiare le cose, senza
però avere un’idea comune sulla strada da seguire. Il Movimento 5 Stelle è
riuscito a sopravvivere agli scossoni causati dalle numerose divisioni, forte
di un consenso più ampio e di una forza comunicativa maggiore data
dall’utilizzo delle nuove tecnologie, il Fronte dell’Uomo Qualunque invece è
franato di fronte ai primi dissensi e Giannini finì col candidarsi nella DC.
Se tra i due leader dei
rispettivi movimenti, Giannini e Grillo, c’è la grande differenza che il primo
si candidò in prima persona mentre il secondo si limita a coordinare, una
similitudine è riscontrabile tra il destino di Giannini e un tentativo di
Grillo fatto prima della nascita ufficiale del Movimento 5 Stelle. Giannini
finì infatti con il candidarsi nella DC, intenzionato evidentemente a cambiare
il sistema entrandovi dentro, senza l’effettivo appoggio del Fronte ma con la
spinta dei qualunquisti; Beppe Grillo nel 2009 si candidò alle primarie del PD,
intenzionato appunto a cambiare le cose da dentro con l’appoggio ideologico dei
tanti sostenitori del suo blog (il Movimento non esisteva ancora, però erano
già presenti e forti sul territorio molte liste civiche 5 Stelle), ma la sua
domanda di iscrizione al partito fu respinta e l’anno dopo nacque il Movimento
5 Stelle.
Francesco Abate
Nessun commento:
Posta un commento
La discussione è crescita. Se ti va, puoi lasciare un commento al post. Grazie.